ActionAid: il progetto per i Neet, i giovani senza scuola né lavoro

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In Italia due milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni non lavorano e non studiano. Sono i NEET, per i quali il nostro Paese si riserva il primato all’interno dell’Unione europea. L’emergenza sanitaria, sociale ed economica causata dal COVID-19 ha acuito ulteriormente il disagio di questi giovani, mentre diventa sempre più urgente trovare risposte al problema“. Lo spiega Chiara Parapini, project manager ActionAid, in occasione del lancio del progetto ‘Lavoro di Squadra’ a Milano.

Che cos’è ‘Il futuro che immagino’, il progetto per i NEET

In questo contesto il progetto di ActionAid coinvolge i NEET in un percorso volto al reinserimento formativo e lavorativo tramite un corso fotografico seguito dall’Istituto Italiano di Fotografia – aggiunge la project manager –. Siamo partiti con questo progetto nel 2014. Il nostro obiettivo è quello di riattivare le ragazze e i ragazzi che in questo momento storico hanno rinunciato a studiare e a cercare lavoro. Per farlo dovevamo attirarli con un’attività accattivante“.

ActionAid, peraltro, ha corretto in corsa il proprio progetto. Il motivo sono i problemi causati dall’emergenza Coronavirus: “Inizialmente avevamo pensato allo sport. Quest’anno, a seguito della pandemia, abbiamo dovuto rimodulare le attività del progetto trasformandolo interamente online“. Da qui l’idea della fotografia.

L’iniziativa di ActionAid vista dai giovani senza lavoro

Questo progetto è stato un modo per mettermi in gioco“, spiega Joyce, una delle partecipanti all’iniziativa di ActionAid per i NEET. “Oltre a vedere gli altri che si danno da fare, vorrei fare qualcosa anche io. Nel senso che non voglio stare con le mani in mano, voglio andare avanti con la mia vita in un momento per noi davvero difficile. Nessun essere umano vuole essere stagnante“.

E il progetto di ActionAid sembra già piacere molto ai ragazzi. “Io ho sospeso gli studi dell’università proprio per partecipare a questo progetto – ha rivelato la giovane NEET –. Perché avevo bisogno di capire che strada potessi prendere. L’idea di non avere lavoro mi mette ansia, una persona che non studia e non lavora non può sentirsi bene, secondo me. Credo che molti ragazzi abbiano bisogno di progetti come questo. Dovete darci più fiducia, secondo me“.

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