TECNOLOGIA

Ucraina, così Google Maps rischia(va) di diventare un’arma

Uno strumento utile come Google Maps rischiava di trasformarsi in un’arma nella guerra in Ucraina. Per questo motivo il popolare servizio Internet geografico del gruppo Alphabet ha deciso di bloccare temporaneamente nel Paese due funzioni delle sue mappe che forniscono informazioni in tempo reale agli utenti. L’obiettivo è proteggere la popolazione locale.

Google Maps sospende due funzioni in Ucraina

Lo riporta la Cnn, affermando di aver avuto conferme ufficiali da Google. Nello specifico, Maps ha disabilitato le funzionalità che includono la sovrapposizione del traffico in tempo reale e Live Busyness. Quest’ultimo è lo strumento delle mappe che mostra eventuali concentrazioni di persone in una posizione o in una determinata località in un preciso istante.

In questo modo, dunque, i civili che non sono riusciti a fuggire dal Paese e che si stanno nascondendo a Kiev o in altre città ucraine non possono essere individuati dalle truppe russe. La decisione di Google, fanno sapere dalla società, è arrivata dopo un consulto con le autorità locali. Le informazioni sul traffico in Ucraina restano comunque disponibili utilizzando la modalità di navigazione di Google Maps.

La notizia dell’invasione (un giorno prima)

Come racconta il Washington Post, proprio utilizzando Google Maps alcuni ricercatori americani erano riusciti ad anticipare la notizia dell’invasione di Mosca. Jeffrey Lewis, professore al Middlebury Institute of International Studies di Monterey, in California, analizzando la concentrazione di traffico a Belgorod aveva infatti documentato l’avanzata di alcuni blindati russi verso il confine con l’Ucraina. Tutto ciò il 23 febbraio, il giorno prima dell’avvio delle operazioni militari da parte del Cremlino.

La guerra è anche digitale

Ancora una volta, dunque, la tecnologia si rivela una risorsa importante nelle zone di conflitto. Anche in Ucraina, dove al fianco del governo di Kiev è sceso in campo il celebre collettivo di hacker Anonymous, che ha dichiarato guerra – digitale – a Mosca. Per assicurare la connessione Internet in tutto il Paese, invece, si è mosso l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, mettendo a disposizione i satelliti della sua Starlink.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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