Razzismo: Maignan, il dito medio della scimmia e quel precedente di Torino

Al termine della sfida vinta dal Milan contro il Cagliari, Mike Maignan e Fikayo Tomori sono stati bersagliati da offese a sfondo razzista da parte di qualche tifoso della curva degli ultrà cagliaritani. I due calciatori rossoneri hanno deciso di reagire. Si sono portati le mani alle orecchie, in segno di sfida. Si è poi accesa la miccia e nella rissa, fortunatamente solo verbale, è stata coinvolta una cinquantina di persone tra giocatori, staff tecnici e addetti al campo.

Il Milan nel post partita ha confermato lo stampo razzista delle offese a Maignan e Tomori, con un tweet emblematico: “Oggi era la giornata contro il razzismo, ma abbiamo ancora molta strada da fare e dobbiamo farlo tutti insieme”. Il portiere francese ha rincarato la dose pubblicando una scimmia che fa il dito medio al razzismo, con il commento N.W.A, una nota band hip-hop statunitense di fine anni 80 inizio anni 90, che è l’acronimo di Niggaz Wit Attitudes. Ovvero “Negri belli tosti” o “Negri con carattere”.

Che cosa scrisse Maignan, sempre sul razzismo, sei mesi fa

Un altro episodio di razzismo Mike Maignan l’avevo subìto a settembre 2021 in occasione di Juventus-Milan. Questo fu il suo post su Instagram. Parole che potrebbero essere riproposte tali e quali sei mesi più tardi.

“Domenica sera all’Allianz Stadium alcuni tifosi bianconeri mi hanno preso di mira con insulti e grida razziali, scrive Maignan. “Cosa volete che dica? Che il razzismo è sbagliato e che quei tifosi sono stupidi? Non si tratta di questo. Non sono né il primo né l’ultimo giocatore a cui questo succederà. Finché questi eventi vengono trattati come ‘incidenti isolati’ e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora e ancora e ancora. Cosa stiamo facendo per combattere il razzismo negli stadi di calcio? Credete davvero che sia efficace? Faccio parte di un club che si sforza di aprire la strada opponendosi a tutte le forme di discriminazione. Ma bisogna essere più numerosi ed essere uniti in questa battaglia contro un problema sociale più grande del calcio stesso”.

Il portiere rossonero si rivolse poi direttamente alle istituzioni del mondo del calcio. “Nelle stanze che governano il calcio, le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla che ci relegano al rango di animali? Sanno cosa fa alle nostre famiglie, per i nostri cari che lo vedono e che non capiscono che potrebbe ancora succedere nel 2021? Non sono una ‘vittima’ del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché possiamo dare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo.

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