Olimpiadi, in Australia è polemica: vaccinato anche chi non andrà a Tokyo

Gli atleti australiani che parteciperanno alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Tokyo saranno vaccinati prima di partire alla volta del Giappone. Il Comitato Olimpico Australiano (Aoc) prevede di iniziare la somministrazione dei vaccini a partire dalla prossima settimana e di proseguire fino a giugno. Matt Carroll, il capo dell’Aoc, ha sottolineato che alcuni atleti saranno vaccinati prima del previsto, perché sarebbe rischioso farli andare all’estero senza una protezione. “È il modo migliore per tutelare la loro salute e il loro benessere, senza alcun impatto negativo sugli altri cittadini australiani”, ha aggiunto. Gli atleti più giovani dovrebbero ricevere il vaccino di Pfizer, mentre per quelli con più di 50 anni è prevista la somministrazione del siero di AstraZeneca.

Anche alcuni atleti che non parteciperanno alle Olimpiadi riceveranno il vaccino

Oltre ai 500 atleti che rappresenteranno l’Australia alle Olimpiadi di Tokyo, anche lo staff tecnico riceverà il vaccino. In totale, saranno circa 1.200 gli australiani che voleranno alla volta del Giappone a luglio. Tuttavia, si prevede che il totale dei vaccinati in vista delle Olimpiadi sarà di 1.400 persone. Da cosa dipende questo divario? Ci sono alcuni fattori da prendere in considerazione. In primo luogo, non tutti i team si sono già formati: per alcuni sport, come il nuoto, gli eventi di qualificazione si devono ancora concludere. Inoltre, ci sono alcune squadre che non hanno ancora effettuato la loro selezione definitiva. Per sicurezza, l’Aoc organizzerà delle vaccinazioni per tutti i membri dei team prima dell’annuncio ufficiale e, di conseguenza, ci saranno alcuni atleti che, dopo aver ricevuto il vaccino, non partiranno per Tokyo.

Alcuni partecipanti alle Olimpiadi hanno già ricevuto il vaccino. Tra questi ci sono anche molti atleti paralimpici, che rientrano nelle fasce più vulnerabili della popolazione.

Gli atleti dovranno lasciare Tokyo entro 48 ore

Per ridurre il rischio di infezione, gli organizzatori delle Olimpiadi introdurranno delle restrizioni al tempo che gli atleti potranno trascorrere ai Giochi. I partecipanti dovranno arrivare a Tokyo non prima di quattro giorni dall’inizio dell’evento e lasciare la città entro 48 ore dalla fine della competizione in cui sono stati coinvolti. Matt Carroll ha sottolineato che l’Aoc si assicurerà che gli atleti australiani lascino la capitale del Giappone entro 24 ore. I team voleranno raggiungeranno Tokyo a bordo di voli di Qantas, mentre al ritorno viaggeranno sugli aerei della Japan Airlines.

Le precauzioni previste per le Olimpiadi di Tokyo

Tutti gli atleti saranno sottoposti a un controllo della temperatura corporea 14 giorni prima della partenza. Inoltre, nelle 72 precedenti al volo per Tokyo saranno sottoposti a un test per rilevare l’infezione da coronavirus. L’esame sarà ripetuto non appena arriveranno a Tokyo. Altri test saranno condotti al Villaggio Olimpico, nel corso della permanenza a Tokyo e prima del viaggio di ritorno. Gli atleti dovranno restare in un’apposita sezione del villaggio e, a differenza delle precedenti edizioni, non potranno supportare i propri connazionali dopo aver portato a termine la loro gara.
Nel caso di un’eventuale positività al Covid-19, gli atleti dovranno affrontare la quarantena prevista dal sistema sanitario giapponese e riceveranno il supporto dell’Aoc.

La quarantena fiduciaria

Una volta tornati in Australia, gli atleti dovranno rispettare la quarantena fiduciaria di 14 giorni prevista dal Governo. In questo periodo resteranno in degli appositi hotel. Tuttavia, poiché saranno vaccinati, potrebbero essere sottoposti a delle misure meno rigide. Tutti i dettagli verranno resi noti quando gli organizzatori pubblicheranno una “guida ufficiale” a giugno.

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