Medaglie d’oro alle Olimpiadi, quando una “vale” più di un’altra

Tutte le medaglie d’oro sono uguali, ma alcune sono più uguali di altre”. Verrebbe da citare la celebre frase di George Orwell nella Fattoria degli animali per descrivere la storica vittoria di Marcell Jacobs nei cento metri. Una medaglia d’oro è una medaglia d’oro, qualsiasi sia la disciplina o la specialità. E dal punto di vista economico non c’è distinzione. Per l’Italia, ad esempio, il premio in termini monetari è di 180mila euro. 

Eppure alcune competizioni alle Olimpiadi hanno un valore simbolico più alto. E alcune vittorie entrano più nella storia. Certo, non si tratta in molti casi di una scelta razionale. Spesso dietro c’è l’emozione che una particolare gara suscita. Oppure l’interesse del grande pubblico per certe competizioni, che può essere conseguenza di una tradizione sportiva o dei grandi nomi che appassionano le persone.

I cento metri e i duecento nuoto stile libero

La corsa dei cento metri, nell’atletica e non solo, è una di queste. La finale a ogni Olimpiade è seguitissima e chi la vince diventa un atleta di fama mondiale. Finora erano stati quasi sempre gli statunitensi. Carl Lewis, che si impose tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta e vinse per due Olimpiadi consecutive la medaglia d’oro nei cento metri. O Maurice Green, oro a Sydney 2000 e bronzo ad Atena 2004. 

Fino all’arrivo della leggenda giamaicana Usain Bolt. Record su record e tre medaglie d’oro consecutive alle Olimpiadi tra il 2008 e il 2016. A Tokyo, l’incredibile successo dell’italo-americano Marcel Jacobs. Sebbene il suo 9”80 è distante 21 centesimi dal record mondiale di Bolt è un successo indescrivibile, se pensiamo che l’Italia non era mai arrivata nella finale dei cento metri.

Altre medaglie d’oro storiche per l’Italia: dal nuoto al ciclismo

Nel nuoto, sicuramente, i duecento stile libero vinti da Federica Pellegrini a Pechino nel 2008 rappresentano una vittoria dal peso specifico maggiore. La nuotatrice sei volte campionessa del mondo conquistò in quell’occasione il suo unico oro e segnò anche il record mondiale. Un altro momento storico per il nuoto italiano fu la vittoria di Domenico Fioravanti nei cento metri rana a Sidney nel 2000. Fino ad allora l’Italia non aveva mai vinto un oro nel nuoto. 

Per quanto riguarda il pugilato, la vittoria di Roberto Cammarelle nei pesi super massimi a Pechino 2008. Più indietro negli anni, i due ori consecutivi a Los Angeles nel 1984 e a Seul nel 1988 dei fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale accesero i riflettori sul canottaggio. Inoltre, nel ciclismo, dove l’Italia ha una grande tradizione, gli ori di Fabio Casartelli nel 1992 e di Paolo Bettini nel 2004. Nel 1996 Jury Chechi vinse una medaglia d’oro dopo un esercizio agli anelli ai limiti della perfezione.

Infine gli sport di squadra. Sicuramente viene in mente la pallanuoto. Nel 1992 alle Olimpiadi di Barcellona la squadra maschile ha conquistato l’oro. Risultato ottenuto anche dalla controparte femminile ad Atene 2004. Nella scherma l’Italia ha vinto moltissime medaglie. Tra i risultati da record più recenti il podio tutto azzurro nel 2012 nel fioretto femminile individuale con Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali. Che, è quasi scontato dirlo, si imposero anche nella competizione a squadre.

Le medaglie d’oro Olimpiadi invernali

Nelle Olimpiadi invernali la gara “regina”, paragonabile ai cento metri nell’atletica, è la discesa libera. Storica la vittoria della sciatrice italiana Sofia Goggia, medaglia d’oro a Pyeongchang. Altre vittorie importanti per l’Italia sono legate a nomi come Alberto Tomba, protagonista assoluto a Calgary nel 1988 nello slalom gigante e in quello speciale. Oppure Deborah Compagnoni: ha vinto tre ori consecutivi, nel supergigante di Albertville e Lillehammer fino allo slalom gigante di Nagano.

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