Donnarumma: dagli inferi all’incenso, e ora anche i milanisti applaudono

Appena sedici giorni, per trasformarsi da reietto a eroe nazionale. Questa la parabola di Gianluigi Donnarumma, protagonista a Euro 2020 e che nel breve corso di questi Europei ha vissuto sulle montagne russe a livello di popolarità. Raggiungendo il picco più alto nella notte di Wembley, con la decisiva parata sul rigore di Alvato Morata durante Italia-Spagna. Dopo essere però stato l’uomo più odiato di una delle Nazionali più amate degli ultimi anni.

Donnarumma: una rincorsa iniziata da anni

Il motivo è presto detto: il suo tormentato addio al Milan. Per anni Donnarumma è stato elogiato per una carriera decollata molto in fretta e per le stimmate di predestinato. Con un’etichetta che però stagione dopo stagione si è fatta sempre più ingombrante: quella del professionista avido. E che, seppur giovane ed estremamente talentuoso, sotto la guida del potente procuratore Mino Raiola pretendeva dal suo Milan rinnovi contrattuali sempre più onerosi. Per poi ottenerli.

Dopo tanti chiacchiericci, ciò che il popolo rossonero temeva si è concretizzato tra fine primavera e inizio estate. Donnarumma è diventato un ex giocatore del Milan. Se n’è andato a parametro zero, a titolo gratuito. Senza permettere al club che lo ha cresciuto, e verso cui ha sempre professato infinito amore, di ricavare il becco di un quattrino dalla sua partenza. Un presagio divenuto realtà nel peggior momento possibile: a Europei in corso.

Quei fischi dell’Olimpico dopo tre partite perfette

Lo dimostra ciò che è avvenuto lunedì 21 giugno, primo dei 16 giorni di fuoco di Donnarumma. Il giorno precedente si era chiuso il girone dell’Italia, con la terza vittoria su tre dopo l’1-0 sul Galles. Il portiere azzurro ancora una volta aveva terminato l’incontro senza subire reti, per la nona volta consecutiva. Eppure quel lunedì sublimò quanto avvenuto in campo all’Olimpico: domenica Gigio lascia il posto a Sirigu e lo stadio lo tempesta di fischi, l’indomani effettua le visite mediche con il PSG.

Questo è solo l’antipasto“, avevano promesso i tifosi del Milan sul web. Inferociti con un simbolo della loro squadra, il cui addio lo aveva reso ai loro occhi un mercenario. “Sarà fischiato e trattato da miserabile in tutti gli stadi, per sempre. Anche con la maglia della Nazionale“, aveva previsto qualcuno. Un’anatema sparito nel nulla nel giro di poco più di due settimane. Quelle che sono trascorse dalla sfida con il Galles a Italia-Spagna.

Da mercenario a eroe: Donnarumma chiude il cerchio (per ora)

Voto 8 secondo ‘La Gazzetta dello Sport’ e ‘Corriere della Sera’, 7,5 sulle colonne del ‘Corriere dello Sport’ e ‘Tuttosport’. Donnarumma che manda l’Italia in finale a Euro 2020, diventa l’eroe di Wembley e il Paese come d’incanto si ricorda che stiamo parlando di uno dei migliori portieri a livello planetario. Il migliore in assoluto, addirittura, secondo il quotidiano piemontese. E dello stesso avviso sono i giudizi esteri, anche in una terra calcisticamente ostile come la Francia. “Le mani d’oro d’Italia. Ha allungato in semifinale la tradizione dei grandi portieri italiani, dopo Toldo e Buffon“, ha azzardato ‘L’Equipe’.

E la parabola di Donnarumma può considerarsi per il momento conclusa, dopo il momento più basso nei gradimenti nostrani al picco londinese. Il tutto in sedici giorni, quelli in cui il “traditore” ha indossato nuovamente i panni del salvatore della patria. Nell’attesa di domenica e della prova più difficile di tutte: la finalissima.

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