Bonucci, furia a San Siro: con chi ha litigato, perché, cosa rischia ora

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Momenti di tensione durante il finale della Supercoppa Italiana tra Inter e Juventus. Allo scadere del secondo tempo supplementare i nerazzurri siglano il gol della vittoria con Alexis Sanchez, che beffa i bianconeri al 120° minuto. La gara termina 2-1, a pochi istanti dai calci di rigore. Ma l’indomani, a far discutere maggiormente, è quanto fatto da Leonardo Bonucci a bordocampo, durante l’esultanza dei campioni d’Italia. E a dimostrazione di una certa confusione e tensione che ha colpito i bianconeri nella notte di San Siro.

Bonucci, pronto a entrare in campo per battere uno dei rigori, ha infatti perso la testa e si è lasciato andare a un gesto di profondo nervosismo. Il difensore della Juventus, in particolare, se l’è presa con il segretario della prima squadra dell’Inter Cristiano Mozzillo, strattonandolo. Cerchiamo però di fare ordine sui motivi per cui il giocatore stava per entrare in campo a partita praticamente finita, perché non ci è riuscito, perché si è infuriato e chi sia Mozzillo.

Perché Bonucci stava entrando in campo al 120′

L’Inter ha vinto la Supercoppa Italiana grazie a un gol all’ultimissimo minuto dei tempi supplementari. A segnarlo è stato Sanchez, ma a propiziarlo Alex Sandro con un folle appoggio di petto in area per il distante Chiellini. Questo uno dei principali motivi di tensione per la Juventus, alimentati appunto dal mancato ingresso in campo di Bonucci.

Massimiliano Allegri, tecnico bianconero, aveva infatti deciso di rinunciare al suo difensore titolare. E non solo nei tempi regolamentari, ma anche praticamente per tutti i supplementari. Il principale motivo riguarda la necessità di garantire un po’ di riposo a un giocatore cruciale come Bonucci, considerati i molti impegni stagionali. Ma anche creare un “effetto sorpresa“. Handanovic, portiere dell’Inter, si sarebbe trovato di fronte un rigorista inatteso, dopo essersi preparato mentalmente ad altri avversari.

La Juventus e il “fallo tattico”: che cosa significa

Da qui la necessità della Juventus, poi non portata a termine, di commettere un “fallo tattico” per farlo entrare. Il “fallo tattico” è un’infrazione di gioco commessa di proposito, allo scopo di interrompere la partita. Viene punito con il cartellino giallo se lo scopo effettivo è quello di interrompere un’azione pericolosa (anche se l’intervento non è cattivo). In questo caso, invece, sarebbe servito a permettere a Bonucci di entrare in campo e tirare il suo rigore. Ma alla fine non è successo.

E ora spieghiamo chi è l’uomo che Bonucci ha strattonato. Si tratta come detto di Cristiano Mozzillo, il segretario della prima squadra dell’Inter. Un ruolo che ha assunto nel 2020, dopo averlo fatto per 13 anni nel settore giovanile del Napoli e poi nel settore giovanile e nella squadra femminile dei nerazzurri. Il segretario di una squadra ha tutti i diritti di assistere alle partite da bordo campo, come Mozzillo stava facendo.

Mozzillo e la rabbia di Bonucci: la decisione del Giudice sportivo

Difficile ricostruire cosa abbia provocato la rabbia di Bonucci sulla sola base delle immagini televisive. Il nervosismo del giocatore era certamente provocato dal gol appena subito e dalla smania di fare ingresso in campo. A questo potrebbe aggiungersi una possibile esultanza di Mozzillo, trovatosi nei suoi paraggi. A fare testo, però, sarà solo ed esclusivamente il referto dell’arbitro. Che, inevitabilmente, si è fatto aiutare dai suoi assistenti (in particolare dal quarto uomo) e da ciò che hanno visto e sentito.

Come ampiamente prevedibile, trattandosi però di un giocatore che a tutti gli effetti ha messo le mani addosso a un dirigente della squadra avversaria, l’episodio non si è certamente spento senza conseguenze disciplinari. Anzi, il Giudice sportivo ha ritenuto congrua una sanzione di 10mila euro per Bonucci, “per essersi, al 16° del secondo tempo supplementare, reso protagonista di un alterco con un dirigente della squadra avversaria che veniva dal medesimo strattonato; infrazione rilevata da un collaboratore della Procura federale.

Nessuna squalifica dunque, benché non siano da escludere provvedimenti interni al club stesso per lo spiacevole episodio.

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