Marco Bellavia torna in studio al Gf Vip: “Nessuno in Casa mi ascoltava”

Pur essendo già uscito dalla Casa da qualche settimana, Marco Bellavia continua a essere protagonista di questa edizione del “Grande Fratello Vip”. Molti telespettatori, soprattutto sui social, si sono schierati dalla sua parte e lo ritengono il vincitore morale di questa edizione, colpiti da quanto sia stato male nel corso di questa esperienza.

Come annunciato, l’ex conduttore di “Bim Bum Bam” è tornato in studio per parlare apertamente di come sta vivendo questo momento e per avere un faccia a faccia con gli ex concorrenti. Anche in questo frangente lui si è dimostrato un gran signore e ha perdonato chi non aveva avuto parole tenere con lui, Elettra Lamborghini, Giovanni Ciacci e Gegia.

Il ritorno nello studio del “Gf Vip” di Marco Bellavia: il pubblico commosso

Chi si aspettava che Marco Bellavia potesse arrivare in studio con qualche recriminazione di troppo nei confronti dei suoi ex compagni del “Gf Vip” ha dovuto ricredersi. Il mental coach, infatti, si è commosso raccontando il disagio provato durante l’esperienza in Casa, ma ha ammesso di non essersi mai del tutto ambientato.

La cosa che mi ha fatto più soffrire è che mia mamma a casa soffriva, ho pensato anche alle persone che mi guardavano a casa – ha detto -. Mia mamma è stata 24 ore al giorno a guardarmi, ha 89 anni. Il mio disagio si è accumulato perché non dormivo. Nel filmato ho visto una persona che si è persa, come se io fossi ubriaco. Ho passato giorni ubriaco, a non capire cosa facessi. Ho avuto la prima nomination ho iniziato a dormire meno. Quando sono entrato erano tutti organizzati, io non ci sono riuscito”.

L’ex conduttore di “Bim Bum Bam” ha però rivelato di essersi sentito maggiormente amareggiato solo quando ha abbandonato il reality: “Dal primo giorno cercavo di creare acqua calda per i ragazzi, loro facevano la doccia. Quando dovevo farla io la doccia, non pedalava nessuno per farmi acqua calda. Ho sempre trovato un muro con la maggior parte di loro. Soffrivo ma non sapevano perché, nessuno mi chiedeva motivazioni. Parlavo e non ascoltavano, non mi ascoltavo neanche io. Ti ritrovi disorientato così. Ho avuto addosso una situazione che al momento l’ho sentita empaticamente, poi me ne sono accorto quando me ne sono andato”.

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