Giacomo Poretti: “Ho avuto il coronavirus. Ora il tampone è negativo”

Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, Giacomo Poretti ha rivelato di aver contratto il coronavirus. Tutto è iniziato lo scorso otto marzo quando, dopo essere tornato da una settimana bianca, il comico ha avvertito dolori alle ossa e una profonda debolezza. “Ho avuto la febbre altissima per otto giorni”, ha raccontato il componente del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. “Mi sono letteralmente spaventato, perché mai come in questa situazione evocare l’ospedale equivale ad evocare il cimitero”, ha aggiunto Poretti. “Ho passato otto giorni a controllare il respiro. Quando è finita la febbre avevo una spossatezza come se avessi fatto cinque maratone di New York. Ricordo che una mattina non sono riuscito nemmeno ad aprire la caffettiera da quanto ero debole”.

La convivenza con il coronavirus

Anche la moglie di Poretti, Daniela Cristofori, ha contratto il coronavirus. “Ma le donne reagiscono meglio, sono davvero sempre più forti di noi. A lei la febbre è durata solo due giorni. Ha perso però olfatto e gusto”, ha spiegato l’attore. “Adesso pare che sia finita. I tamponi sono negativi e siamo in attesa del test sierologico. Sono disposto a donare il plasma, se può servire”. Parlando di Aldo e Giovanni, l’attore si concede una battuta: “Nei trii il coronavirus compisce una sola persona, a me è andata di sfiga!”.

Progetti per il futuro

Il lockdown è arrivato mentre Poretti stava seguendo l’uscita di “Odio l’estate”, l’ultimo film realizzato assieme ad Aldo e Giovani, l’attività del Teatro Oscar, preso in gestione assieme a Luca Doninelli e Gabriele Allevi, e il tour dell’opera teatrale “Chiedmi se sono di turno”, basata sugli undici anni trascorsi in ospedale come infermiere. “Non so quando potremo ripartire, ma mi piacerebbe farlo continuando la mia tournée negli ospedali. Sarà un modo per stare vicino a tante donne e tanti uomini che hanno vissuto settimane intere in trincea, ad affrontare un nemico sconosciuto e a doversi occupare di persone malate che, oltre a questo, sono rimaste separate dai loro affetti”, conclude Poretti.

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