Schillaci, mammografia: verso un anticipo a 45 anni

Dopo aver annunciato l’intenzione di voler introdurre il fascicolo sanitario digitale, a seguito del provvedimento varato lo scorso 12 maggio che ha sancito definitivamente l’ufficialità della ricetta elettronica, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha detto che, nell’esecutivo, è in corso una riflessione sull’anticipo dell’età per lo screening mammografico. Un servizio offerto a tutte le donne dal Ssn, il Servizio Sanitario Nazionale.

Schillaci lo ha spiegato nel corso del suo intervento al congresso dell’Associazione Nazionale Donne Operate Al Seno, giovedì 18 maggio. “Anche grazie alla collaborazione tra istituzioni, le associazioni e la comunità medica e scientifica, abbiamo varato, a gennaio, il Piano Oncologico Nazionale che tende a una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico”.

Dottori
Dottori | Foto Pexels @AnnaShvets

Le dichiarazioni di Schillaci

Come ha ricordato il ministro, il Piano Oncologico Nazionale indica diversi obiettivi: “aumentare l’estensione e l’adesione ai programmi rivolti alla popolazione target, in particolare con l’allargamento della fascia d’età per lo screening mammografico dai 45 anni (attualmente la maggior parte delle regioni lo applica dai 50 anni) ai 75 anni (rispetto dagli attuali 69) e una maggiore attenzione ai gruppi vulnerabili, nonché di identificare precocemente i soggetti a rischio per storia familiare”. Per quanto riguarda invece l’anticipare l’età per lo screening mammografico, Schillaci ha ricordato la Raccomandazione adottata dal Consiglio dell’Unione europea sugli screening dei tumori lo scorso dicembre: “Alla luce delle attuali evidenze, raccomanda lo screening con mammografia per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, suggerendo un limite minimo di età di 45 anni e un limite massimo di età di 74 anni. C’è dunque una riflessione in atto che ci vede impegnati e che porteremo avanti, come ogni altra decisione, sulla base di evidenze scientifiche”.

Schillaci ha poi fatto il punto proprio sul Piano oncologico, e agli obiettivi che si prefissa: mettendo al centro il malato, infatti, questo punta a ridurre le differenti disuguaglianze nell’accessibilità degli interventi sia di cura, che di prevenzione. Per far ciò, tuttavia, è necessario “il pieno funzionamento delle reti oncologiche regionali su tutto il territorio nazionale, non da ultimo per assicurare al meglio la continuità assistenziale nella fase post-intervento, per i controlli di follow-up, dentro percorsi per i quali è fondamentale l’attività dei centri di senologia e su cui un contributo fondamentale arriva proprio dal mondo delle Associazioni”.

Ricetta elettronica
Ricetta elettronica | Foto Microbiologia Italia https://www.microbiologiaitalia.it/

Una sanità sempre più digitale

In Italia si punta sempre più ad una sanità digitale. Con il via libera della ricetta elettronica prima, e la volontà di introdurre il fascicolo sanitario digitale, l’esecutivo Meloni dà un forte segnale. Scelte figlie del periodo Covid-19, quando l’impossibilità di muoversi – e di effettuare spostamenti se non strettamente necessari – ha portato all’introduzione di nuove pratiche per snellire e agevolare le procedure sanitarie quotidiane. La ricetta elettronica è stata, infatti, introdotta proprio nel 2020 sull’onda dell’emergenza pandemica: inizialmente inserita come una pratica temporanea, è poi diventata la ‘normalità’ in molte zone d’Italia e, vista la sua praticità e versatilità, è poi diventata una soluzione definitiva. 

La digitalizzazione in ambito sanitario ha mostrato tutta la sua efficacia e, proprio per questo, il governo ha deciso di continuare a investire in quest’ambito. Sull’introduzione del fascicolo sanitario digitale il ministro Schillaci, intervenuto alla prima edizione del convegno ‘Sanità in Liguria: sinergie vincenti per una Regione all’avanguardia nella ricerca e nella digitalizzazione, ha dichiarato: “L’introduzione del fascicolo sanitario digitale è un argomento molto complesso perché c’è di mezzo tutto un capitolo abbastanza spinoso sulla privacy, ma sono molto fiducioso che a breve, con lo sforzo e il contributo di tutti, riusciremo a risolvere il problema e andare veramente nella direzione della telemedicina”. Sui tempi di attuazione, rispondendo a una domanda dell’infettivologo Matteo Bassetti, moderatore dell’evento, ha poi dichiarato: “È un argomento su cui il Governo punta molto e vuole cercare di risolverlo rapidamente, la digitalizzazione è fondamentale per avere una sanità più moderna e anche più uguale sul territorio nazionale, quindi c’è il nostro impegno”.

Impostazioni privacy