Bere in volo, gli scienziati lanciano l’alert: mette a rischio il cuore

Cuore a rischio per chi beve durante i voli aerei. E’ l’allarme che ha lanciato la scienza, lo studio ha spiegato gli effetti dell’alcool in alta quota. 

La pratica di consumare alcolici durante i voli aerei, sia prima della partenza nei bar degli aeroporti che direttamente a bordo, è abbastanza diffusa tra i passeggeri. Questa abitudine, spesso vista come un modo per ingannare l’attesa o ridurre lo stress del viaggio, nasconde però dei rischi non trascurabili per la salute, soprattutto quella cardiaca. Un recente studio condotto da un team di ricercatori tedeschi ha messo in luce le potenziali conseguenze negative dell’assunzione di alcol in alta quota.

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Alert per chi beve in volo – newsby.it

Il consumo di alcolici durante il volo può avere effetti più gravi rispetto all’assunzione a terra. La ricerca pubblicata sulla rivista ‘Thorax’ evidenzia come la combinazione tra alcol e la pressione ridotta tipica delle cabine degli aerei possa diminuire significativamente la quantità di ossigeno nel sangue e aumentare la frequenza cardiaca per periodi prolungati. Queste condizioni si verificano anche in individui giovani e sani e possono aggravarsi con l’aumentare delle quantità di alcol consumate.

Effetti dell’alcool in alta quota

Secondo gli esperti, il fenomeno è dovuto alla minore pressione barometrica presente nella cabina dell’aereo che rende più difficile per il corpo assorbire ossigeno. Ciò può portare a vertigini o ipossia (basso livello di ossigenazione del sangue), amplificando gli effetti dell’alcool sul corpo umano. Clare Morrison, citata dal ‘Daily Mail’, sottolinea come questo possa far sembrare una persona più ubriaca in aria rispetto a quanto lo sarebbe dopo aver bevuto la stessa quantità d’alcool sulla terraferma.

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Gli effetti dell’alcool ad alta quota – newsby.it

Lo studio ha coinvolto 48 partecipanti divisi in gruppi stratificati per età, sesso e peso corporeo. Una parte dei soggetti ha trascorso una notte in un laboratorio del sonno con condizioni simili alla pressione atmosferica terrestre mentre l’altra metà è stata esposta ad una simulazione della pressione atmosferica presente all’altitudine di crociera (2.438 metri sopra il livello del mare). I risultati hanno mostrato che nel gruppo esposto all’alcool e alla bassa pressione i livelli di ossigenazione sono scesi drasticamente con un aumento compensatorio della frequenza cardiaca durante il sonno.

Nonostante le limitazioni dello studio legate alla dimensione ridotta del campione analizzato e alla specificità dei soggetti coinvolti (giovani adulti sani), i risultati suggeriscono che bere alcool sotto condizioni ipobariche rappresenta uno stress notevole per il sistema cardiaco anche nelle persone sane. Ciò potrebbe avere implicazioni serie su individui con preesistenti problemi cardiaci o malattie polmonari.

Gli autori dello studio suggeriscono quindi una maggiore consapevolezza sui potenziali rischi associati al consumo di alcolici durante i voli lunghi da parte dei passeggeri ma anche da parte dell’equipaggio e degli operator sanitari coinvolti nella gestione delle emergenze mediche a bordo.

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