Ucraina, tra i veterani matura l’idea che la guerra sarà ancora lunga mentre gli alleati mostrano le prime crepe, Italia inclusa

Tra la popolazione ucraina il morale resta alto e la fiducia nella “vittoria” appare intatta a distanza di quasi due anni dall’invasione russa. Eppure tra i veterani c’è la consapevolezza che la guerra sarà ancora lunga.

Secondo un sondaggio condotto alla fine di settembre dalla Ilko Kucheriv Democratic Initiatives Foundation, circa il 70% degli ucraini sostiene la causa con volontariato e donazioni, un dato in crescita rispetto alla rilevazione dello scorso dicembre.

Una visione “romantica” che si scontra con il realismo dei soldati al fronte ormai da 19 mesi. Un malessere, quello dei veterani, emerso anche sulla stampa locale. Del resto già alla fine di agosto, il capo della brigata Azov Bohdan Krotevych ha avvertito sui canali Telegram che “la situazione potrebbe peggiorare” e che “bisogna prepararsi” a questa eventualità.

Sullo sfondo c’è la controffensiva dell’ucraina che procede a rilento, con minimi progressi fatti negli ultimi mesi, mentre dagli alleati, che dal febbraio 2020 hanno sostenuto massicciamente lo sforzo bellico di Kiev, arrivano i primi segnali di stanchezza.

Armi a Kiev, Usa inviano munizioni sequestrate a Iran

A cominciare dagli Stati Uniti, alle prese con le faide interne al partito repubblicano che hanno portato al siluramento dello speaker della Camera e alla cancellazione dei fondi previsti per Kiev (6,2 miliardi di dollari). Un quadro che impensierisce non poco il capo della Casa Bianca. “Tutto questo mi preoccupa, ma so che c’è una maggioranza di membri della Camera e del Senato in entrambi i partiti che hanno detto che sosterranno i finanziamenti all’Ucraina”, ha detto Joe Biden.

A rincarare la dose, le esternazioni del super favorito alla nomination repubblicana per le elezioni presidenziali, Donald Trump: “Neanche un dollaro in più dovrebbe essere speso fino a quando l’Europa non avrà eguagliato l’America nelle spese per difendere l’Ucraina“, ha scritto sulla sua piattaforma social Truth. “Perché Joe Biden non fa contribuire l’Europa?”.

Intanto ieri è arrivata la notizia che Washington invierà all’Ucraina migliaia di armi sequestrate all’Iran. Secondo il Comando centrale degli Stati Uniti, il Centcom, già lunedì sono state trasferite a Kiev oltre un milione di munizioni confiscate ai pasdaran, i Guardiani della rivoluzione islamica iraniana. Un modo, hanno spiegato funzionari statunitensi alla Cnn, per rimpinguare in parte gli arsenali dell’esercito ucraino.

Nell’ultimo anno, la Marina americana ha sequestrato migliaia di fucili d’assalto iraniani e più di un milione di munizioni dalle navi utilizzate da Teheran per spedire armi ai miliziani sciiti Houthi da impiegare nella guerra in Yemen.

Armi dall’Italia, le prime crepe nel governo Meloni

Anche in Italia il governo, sin dall’inizio compatto sul sostegno militare all’Ucraina, mostra le prime crepe. Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata da Sky Tg24, ha mostrato cautela: “Siamo sempre stati al fianco dell’Ucraina ed è quello che continueremo a fare, chiaramente compatibilmente con le richieste che arrivano, e con la necessità di non sguarnire o compromettere la nostra sicurezza”.

Solo lo scorso lunedì il ministro degli Esteri Antonio Tajani, da Kiev, dove si trovava per partecipare alla riunione dei ministri degli Esteri della Ue, ha annunciato che “l’Italia sta lavorando all’ottavo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina che da oltre 18 mesi è impegnata nella guerra contro la Russia”.

Ma a spegnere l’entusiasmo del capo della Farnesina è intervenuto il collega della Difesa Guido Crosetto per chiarire che niente è stato ancora messo nero su bianco: “L’ottavo pacchetto? Tajani ha parlato della scelta politica. Poi c’è quella tecnica, per vedere cosa siamo in grado di dare senza mettere in pericolo la Difesa italiana”.

La premier Giorgia Meloni intervistata da Sky Tg24
Giorgia Meloni | Immagine Sky Tg24

Insomma,“per ora è soltanto una dichiarazione di intenti, ha spiegato il ministro. “Il problema è che non abbiamo risorse illimitate, abbiamo fatto quasi tutto ciò che si poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio” mentre da Kiev “c’è una continua richiesta di aiuti”.

Del resto già nel gennaio scorso si era posta la questione di un parziale svuotamento dei magazzini con la necessità di ripristinare le scorte di munizioni e armamenti necessari alla Difesa nazionale. Un tema con cui fanno i conti anche gli altri Stati europei.

Slovacchia, il presidente ferma nuovi aiuti a Kiev

Come si temeva dopo l’esito del voto in Slovacchia, con la vittoria del filo russo Robert Fico, da Bratislava ieri è arrivata la notizia che la presidente Zuzana Caputová si sarebbe opposta all’invio di ulteriore assistenza militare all’Ucraina.

Secondo il quotidiano Dennik N, avrebbe rifiutato si firmare il nuovo pacchetto di aiuti messo a punto dal ministero della Difesa slovacco alla luce delle le elezioni legislative.

Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del socialdemocratico Fico, sodale del presidente russo Vladimir Putin, è stato proprio lo stop all’invio di armi a Kiev.

Onu: 10mila civili uccisi dall’inizio dell’invasione

Intanto sul terreno si continua a combattere mentre l’Onu aggiorna la contabilità delle vittime. “I civili continuano a pagare un prezzo altissimo nella guerra in Ucraina”, si legge nell’ultimo rapporto della missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo le stime, sarebbero circa 10mila le persone uccise e decine di migliaia quelle rimaste ferite in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. In media sei morti e venti feriti al giorno.

La guerra ha devastato la vita di milioni di ucraini, compresi i bambini, che dovranno convivere per molti anni con un’orribile eredità di perdite umane, distruzione fisica e danni ambientali, in particolare la contaminazione da residuati bellici esplosivi“, ha affermato Danielle Bell, capo della missione Onu.

Nelle zone occupate “torture e abusi”

I missili russi, denuncia lo studio della missione Onu, “continuano a seminare paura e distruzione in tutta l’Ucraina”, colpendo aree residenziali e infrastrutture vitali, così come impianti cerealicoli.

Nelle aree occupate da Mosca, la popolazione è “sottoposta a torture, violenze sessuali e detenzioni arbitrarie. Gli osservatori dei diritti umani hanno continuato a documentare maltrattamenti diffusi anche contro i prigionieri di guerra, inclusi gravi percosse, elettrocuzione, finte esecuzioni, violenza sessuale e trattamenti degradanti.

In uno scenario simile, si legge, “la guerra ha spinto milioni di ucraini sotto la soglia di povertà”.

Il rapporto ha anche espresso preoccupazione per la sorte dei bambini ucraini, trasferiti illegalmente in altre località all’interno delle aree occupate o in Russia, sollecitando Mosca a consentirne il ritorno a casa.

Il report segnala infine che la Russia ha introdotto i propri sistemi amministrativi e scolastici nei territori sotto controllo di Mosca. I residenti di queste aree hanno subìto pressioni per accettare la cittadinanza russa mentre gli uomini sono stati costretti ad arruolarsi nelle forze armate.

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