Silvia Romano, Bonino: “Diamoci una calmata, la lasciamo in pace questa ragazza?”

Emma Bonino esprime la propria opinione sulla liberazione e il ritorno in Italia di Silvia Romano, l’educatrice rapita per quasi due anni. “Se avessi i capelli, mi metterei le mani lì. In questo Paese, non solo la classe politica ma più in generale, penso che si sia perso completamente il senso della misura. La liberazione di Silvia Romano è una buona notizia, ma non è una vittoria nazionale. C’è anche chi ha voluto la spettacolarizzazione eccessiva di questo ritorno”, prosegue Emma Bonino, la quale predica calma e invita tutti quanti a non tormentare la ragazza appena tornata in Italia a casa sua. “Ma insomma, diamoci una calmata. Ovviamente avrà risvolti, ma la vogliamo lasciare in pace questa ragazza? Calmi. È una buona notizia. Non è un trofeo, né una vittoria nazionale. Basta”.

Dopo Silvia Romano, Bonino parla di regolarizzazione dei lavoratori agricoli: “Passo importante”

“Per necessità e per la forza delle ministre Bellanova e Lamorgese, è la prima volta che, invece di occuparci di sbarchi o di ong, c’è un passo importante nel considerare che queste sono persone e non sono solo braccia”, sottolinea Emma Bonino sulla misura prevista dal dl Rilancio per la regolarizzazione dei lavoratori irregolari in agricoltura, dopo avere parlato del caso di Silvia Romano.

“Non posso davvero sottovalutare l’importanza di questa misura, che aumenta la legalità, la sicurezza, la dignità delle persone: mi para un passo decisamente positivo, che solo qualche settimana fa non avrei mai immaginato. La contrapposizione del ‘Prima gli italiani’ è ridicola e falsa; non ha nessuna base, salvo nella narrazione di qualche ossessionato. Emma Bonino conclude affermando che “di fatto, sulla necessità di 200mila agricoli, si sono presentati 20mila italiani, perché comunque ci sono dei mestieri che gli italiani non vogliono più fare, come le badanti. Non solo lavori preclusi agli italiani, sia chiaro: è che nell’evoluzione del lavoro certi mestieri gli italiani non li vogliono più fare”.

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