Coronavirus: al monte dei pegni in attesa di tempi migliori

Tra le tante conseguenze che la crisi del Coronavirus sta avendo sulla vita di tutti i giorni c’è l’aumento delle persone che si rivolgono al banco dei pegni per ottenere liquidità immediata.

Dalla crisi Coronavirus al banco dei pegni

Se hai dei valori a casa e ti servono soldi – ha spiegato un uomo in attesa in piazza Monte di Pietà a Roma li porti qui e ti fanno un prestito su pegno. Poi o lo rinnovi o riscatti i valori. C’è gente che lo fa in modo ripetitivo, c’è gente che lo fa una tantum a seconda delle esigenze che ha a casa“.

Il fenomeno, con le difficoltà che l’emergenza Coronavirus presenta, è ormai noto a chi mette in pegno i suoi beni: “L’importante è non perderli. Quando i soldi ci sono, riscatti i tuoi valori e restituisci i soldi che ti hanno dato. Qualcosina in più. Sono situazioni di emergenza. Oggi facciamo solo un rinnovo sulla polizza in modo da evitare il pericolo che i tuoi oggetti possano andare all’asta“.

Un ragazzo ha raccontato: “Ho portato in pegno dell’oro“. La situazione è sempre la stessa, con l’emergenza Coronavirus che si fa sentire sul fronte economico: “Si fa quel che si può. Visto che la cassa integrazione non entra, si fa il possibile per mangiare. Ho portato una catenina, meglio di niente. La valutazione è stata equa, anche se ci capisco poco. Adesso ho 6 mesi per riscattarla, gli interessi sono del 10%“.

Infine la testimonianza di un gioielliere: “Sono qui per ritirare degli oggetti comprati all’asta. Sono diversi lotti per le nostre gioiellerie. Veniamo qui circa due volte al mese“.

L’emergenza a Napoli

Situazione analoga a Napoli, dove nel corso della mattinata si sono registrati caos e assembramenti all’esterno del banco dei pegni di Intesa San Paolo. “Sono giorni che siamo in questa situazione“, racconta uno dei tanti cittadini in fila all’esterno e piegati dall’emergenza Coronavirus. “Ogni mattina si presentano qui più di cento persone, ma il banco ha la possibilità di riceverne solo una trentina. C’è chi deve pignorare, chi deve riscattare e chi deve rinnovare. Il problema è che sono rimasti in due a lavorare“.

È vero, hanno bloccato le vendite all’asta. Ma gli interessi continuano a maturare e ogni giorno che passa rappresenta una piccola somma in più che dovremo versare. È un momento nero per tutti, non si lavora” conclude.

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