Presidente della Repubblica: scheda bianca, Cartabia o Casini, è stallo

Si va verso un nulla di fatto alla prima giornata di voto per il nuovo Presidente della Repubblica, con il centrodestra ancora in stallo dopo il no di Silvio Berlusconi e il centrosinistra tutt’altro che certo che Andrea Riccardi possa andare fino in fondo. E così, a bocce ancora ferme, domina ancora l’incertezza. Con nomi di possibili outsiders che iniziano però ad affacciarsi.

Casini glissa, il PD prende tempo su Riccardi

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Uno di questi è quello di Pier Ferdinando Casini. Questa mattina l’ex presidente della Camera, già CCD e UDC e oggi parte del PD, ha partecipato ai funerali dell’ambasciatore Francesco Paolo Fulci a Roma. Andando via dalla chiesa in Piazza Ungheria non ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se il suo nome fosse ancora tra i papabili per diventare nuovo Presidente della Repubblica.

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Chi conferma che alla prima chiama non esprimerà una preferenza per il Presidente della Repubblica è proprio il PD, tramite il senatore Antonio Misiani. “Se oggi voteremo scheda bianca? Sì. Se poi andremo compatti su Riccardi? Nei prossimi giorni valuteremo il risultato delle riunioni con gli altri partiti e decideremo. Pd, M5s e LeU hanno giudicato Riccardi un profilo elevato e super partes, poi ognuno farà le sue valutazioni“, ha affermato Misiani fuori Montecitorio.

Nomi del centrodestra? Vedremo quali saranno le proposte. Casini? Noi valuteremo tutte le candidature che verranno avanzate. Sarebbe singolare che le forze che sostengono Draghi si dividessero nell’elezione del Presidente della Repubblica. È responsabilità di tutti proteggere l’operato di Draghi, perché sta offrendo un servizio essenziale per il Paese“, ha continuato Misiani. Mentre sull’idea di Conte di un patto sui cittadini ha detto: “L’importante è assumersi le responsabilità di fare le cose che servono al Paese, da qui alla scadenza della legislatura. Il Paese attende risposte“.

Presidente della Repubblica: l’ottimismo di Conte, i dubbi di Italia Viva

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Più stringato Giuseppe Conte, apparso comunque ottimista in vista del voto per il nuovo Presidente della Repubblica. “La riunione è andata bene con le delegazioni. Ci saranno tante riunioni, continuiamo sempre ad incontrarci. Sapete che è una convocazione permanente e ci saranno altre riunioni in programma. Proseguiamo i contatti anche con le altre forze per trovare una soluzione nell’interesse del Paese“. Così l’ex premier, uscendo da Montecitorio dopo il vertice del centrosinistra.

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Chi potrebbe sparigliare le carte è, tra gli altri, Italia Viva. Questa la lettura della situazione da parte dell’onorevole Ettore Rosato: “Siamo all’inizio, e questi tre giorni saranno di schede bianche. Dopo ci sarà sicuramente spazio per un’intesa tra centrosinistra e centrodestra. Sono certo che il Presidente della Repubblica che eleggeremo sarà con le caratteristiche adeguate e che il governo andrà avanti, perché il Paese ne ha bisogno. D’altronde, le risorse del Pnrr ci vengono date solo se faremo i compiti a casa“.

Rosato, dall’esterno di Montecitorio, si è anche soffermato sui nomi che attualmente ballano per il prossimo Presidente della Repubblica. “Se Riccardi ci convince? È una persona di grandissima qualità, ma non basta. La discussione sui nomi, lasciamoli ai partiti“, ha continuato. Mentre sul futuro di Draghi ha detto: “Lasciarlo a Palazzo Chigi significa minimizzare il suo operato? No, non è così perché sta facendo un ottimo lavoro. Sono ottimista, se rimarrà a Chigi lo farà per più di un anno“, ha affermato.

Lega, Forza Italia e Noi con l’Italia: le prospettive

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Chi sembra avere fretta è invece la Lega. “Quirinale? Spero si chiuda presto. Mi sembra che in tutte le elezioni dei presidenti, al primo scrutinio ci sono state delle eccezioni. C’è in piedi una discussione e spero che il discorso sul prossimo Presidente della Repubblica possa trovare il più ampio consenso possibile. Quindi, che si risolva tutto al primo scrutinio è difficile“. Così il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, fuori Montecitorio.

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Persa la disponibilità di Silvio Berlusconi come possibile Presidente della Repubblica, anche il suo partito è in attesa. “Al Quirinale auspico una donna. Se spero o nello scudetto del Milan o in un presidente di centrodestra? Tutte e due le cose“. Così il senatore di Forza Italia, Adriano Galliani, fuori Montecitorio. “Berlusconi sta abbastanza bene“, ha continuato.

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La strada della scheda bianca, indica cosa vogliamo fare. In questo modo dialoghiamo con il centrosinistra. I nomi non li porta la cicogna, dovremo individuare quelli migliori. Giovedì troveremo il nome. La strada da percorrere, come ha detto Berlusconi, è di trovare il più ampio consenso. Ma non ci dovranno essere veti“. Così il deputato di Noi con l’Italia, Maurizio Lupi, fuori Montecitorio. Che, sul possibile nome del Presidente della Repubblica, ha affermato: “Faremo una rosa di nomi e sceglieremo la persona che potrà avere il più ampio consenso“.

Rabbia Calenda: “Presidente della Repubblica? Il nome giusto c’è”

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Chi non nasconde una certa frustrazione è Carlo Calenda. Il leader di Azione ha preannunciato e confermato il voto per Marta Cartabia al primo scrutinio, ammettendo però la situazione di stallo. “Le aspettative non le conosce nessuno, perché è uno dei più grossi casini dell’universo. Noi abbiamo chiesto da tempo di avere un processo di lavoro chiaro e trasparente, che prevedeva un incontro tra i leader per parlare di Governo e del Presidente della Repubblica. Questo non è successo, perché ognuno vuole fare il kingmaker di se stesso“, si è lamentato Calenda.

Quello che noi faremo sin dalla prima chiama è votare Marta Cartabia. Non perché è donna, ma perché oltre a essere donna ha il miglior Curriculum Vitae per fare questo lavoro. Presidente della Corte Costituzionale, giurista internazionale, se non ora quando? Ha tutte le caratteristiche per essere Presidente della Repubblica. L’appello che facciamo insieme a Emma Bonino e i parlamentari è di non sottostare sempre ai tatticismi. Una volta tanto, serve un’idea di coraggio. Riccardi è un profilo altissimo, ma rischia di essere votato solo dalla sinistra. Non bruciamolo. Salvini parla di veti? Chissenefrega. Non siamo riusciti a sederci a un tavolo, non ha senso“, ha poi tuonato Calenda.

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