Politica e social: cos’è cambiato con la crisi di governo?

Negli ultimi anni, i social media hanno avuto un peso sempre più forte nell’ambito della comunicazione politica. Alcuni rappresentanti del popolo hanno perso consensi proprio a causa di alcuni scivoloni su Facebook o Twitter, mentre altri sono riusciti a sfruttare tali piattaforme per crescere nei sondaggi. Situazioni particolari, come passaggi da un partito all’altro, scissioni e scandali vari possono senz’altro avere un impatto sul seguito virtuale dei politici, sia in termini positivi che negativi. È proprio quel che sta accadendo in questi ultimi giorni di crisi di governo, come emerge da un’analisi condotta da Reputation Science, società italiana specializzata nell’analisi e nella gestione della reputazione. Tramite la sua “lente d’ingrandimento” è possibile notare com’è cambiato il clima su Twitter in seguito allo strappo tra Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, e Mario Draghi, l’attuale presidente del Consiglio.

Crisi di governo, impatto negativo per Draghi e Conte

Per ora, l’impatto negativo della crisi è ricaduto soprattutto su Conte. Dall’analisi di Reputation Science emerge che il 74% dei tweet riguardanti l’ex premier ha un sentiment negativo.

Giuseppe Conte
Foto | Newsby

Non mancano dei post dal tenore simile anche nei confronti di Draghi, che però si fermano al 39%. In generale, la popolarità del Movimento 5 Stelle su Twitter è calata parecchio nelle ultime settimane, soprattutto in seguito alla scissione del 21 giugno. Anche Luigi Di Maio, che è fuoriuscito dal partito e ha fondato il gruppo Insieme per il futuro, ha risentito parecchio degli ultimi avvenimenti, raggiungendo un sentiment negativo al 70%. Persino Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 Stelle, è finito nell’occhio del ciclone: il 50% dei contenuti che lo riguardano è negativo. Le critiche principali riguardano il mancato mantenimento di varie promesse fatte in passato, relative soprattutto allo “smantellamento” della “vecchia politica”.

L’hashtag #crisidigoverno

Non sorprende scoprire che l’hashtag #crisidigoverno fosse già in circolazione tre giorni prima dell’effettivo inizio della crisi. Un po’ tutti avevano iniziato a subodorare il clima teso all’interno della maggioranza, soprattutto perché i segnali in tal senso erano piuttosto evidenti. Già dall’11 luglio era possibile trovare online un migliaio di post riguardanti la crisi di governo (la maggior parte dei quali molto critici nei confronti di questa eventualità), anche se l’hashtag è diventato davvero popolare solo dal 14 luglio, quando Draghi ha annunciato le proprie dimissioni, respinte nelle ore successive da Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica. Complessivamente, sono 86mila i tweet associati all’hashtag #crisidigoveno, ben 57mila dei quali sono stati pubblicati tra il 14 e il 15 luglio.

I tweet relativi agli altri politici

Draghi e Conte sono i protagonisti indiscussi della crisi di Governo e lo dimostrano anche la frequenza con cui sono stati menzionati su Twitter. Il presidente del Consiglio ha ottenuto il 36% delle citazioni online tra tutti i leader politici, mentre Conte è arrivato al 19%. Tra gli altri protagonisti della scena politica, uno dei più discussi è stato Matteo Renzi, il leader di Italia Viva, protagonista dell’11% dei Tweet relativi alla crisi di governo.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva
Foto | Newsby

Anche Di Maio ha ottenuto l’11% delle citazioni, mentre Enrico Letta, il segretario del Partito Democratico, si è fermato al 6%. Meno presenti le figure politiche del centrodestra, con Matteo Salvini al 5%, Giorgia Meloni al 4% e Silvio Berlusconi al 3%. Poco citati anche Beppe Grillo e Carlo Calenda, entrambi con il 2%.

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