Meeting di Rimini, David Sassoli:
“La crisi afgana riguarda l’Europa”

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“È chiaro che la drammatica crisi afgana riguarda l’Europa. La sconfitta dell’Occidente mette in discussione la nostra identità nel contesto globale. Ma non possiamo diventare spettatori sconcertati e impotenti. Si tratta di comporre un nuovo equilibrio in cui l’Europa riesca a mettere in comune ciò che finora non ha fatto: la politica estera e la politica di difesa”. Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, intervenendo oggi al meeting di Rimini.

“In attesa di capire meglio – ha aggiunto – quali saranno i passi da compiere nei confronti delle nuove autorità afgane, pensiamo sia un valore etico fare ogni sforzo per garantire sicurezza a tutti coloro che hanno collaborato con noi e creduto in noi. Se crediamo alla forza della diplomazia, saremo sempre disponibili al dialogo, anche con chi è molto distante da noi. Ma a tendere la mano bisogna essere in due, e non basta volersi sedere a un tavolo se poi non si accomoda anche la controparte”.

Sassoli: “Stabilizzare svolta europea”

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Parlando della situazione nazionale, Sassoli ha detto che “in Italia abbiamo un Governo a cui chiediamo stabilità. E questa è la premessa di tutto. Un governo che non è espressione di una formula politica tradizionale, ma sarebbe sbagliato racchiudere la sua esperienza in uno stato di eccezione temporalmente limitato. Se la partita decisiva si gioca in Europa, è con l’Ue che vanno sincronizzati i tempi delle politiche nazionali”.

“E lo stesso concetto di stabilità non può ridursi a esorcizzare momenti di crisi. L’interesse del Paese è che il cambiamento dell’Europa si radichi e molti degli strumenti adottati diventino permanenti. Ecco perché ritengo che la missione del Governo non possa esaurirsi nel completamento della vaccinazione e nell’avvio del Pnrr, ma debba riguardare la stabilizzazione della svolta europea, ha proseguito Sassoli.

“Covid? Senza Ue conflitto fra nazioni”

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A proposito del Covid-19, il presidente del Parlamento Ue ha invece dichiarato che “siamo fiduciosi. Perché l’azione di contrasto della pandemia in Europa poteva portare a un corso delle cose molto diverso. Senza l’Ue avremmo avuto conflitto tra le nazioni. La tragedia ha portato a una vera rivoluzione. E ora che abbiamo scoperto che gli equilibri macroeconomici reggono sarebbe una follia tornare indietro”.

“Pensiamo a cosa significherebbe restaurare l’obiettivo del Fiscal Compact – ha concluso -. Sarebbe un modo per uccidere famiglie e imprese, per strozzare gli Stati e mettere in ginocchio l’Ue. E qui la questione diventa molto politica. Perché la vera sfida sarà prendere coscienza che ciò che è stato fatto durante la pandemia deve diventare la nuova politica economica dell’Ue”.

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