Mattarella, sei anni al Quirinale:
le sue prospettive tra 12 mesi

Sergio Mattarella non può certamente oggi ‘festeggiare’ nel migliore dei modi i suoi sei anni da Presidente della Repubblica. L’attuale scenario istituzionale di una crisi di governo in piena pandemia, tra consultazioni, mandati esplorativi e l’incarico a Mario Draghi, non consente un sereno ingresso ufficiale nell’ultimo suo anno di mandato al Quirinale. Eppure, proprio durante nelle ore nelle quali i partiti di maggioranza stavano ancora discutendo (invano) di programmi politici e del prossimo presidente del Consiglio, sotto lo sguardo vigile di Roberto Fico, il Capo dello Stato ha lanciato un segnale in vista del suo immediato futuro politico.

L’occasione è stata ieri, con il ricordo dei 130 anni della nascita di Antonio Segni. Uno dei suoi precessori sul Colle (dal 1962 al 1964). Tra le altre cose, Mattarella ha citato un messaggio dello stesso Segni (poi inascoltato) alle Camere, del 17 settembre 1963. In quella circostanza si suggeriva di introdurre la ineleggibilità immediata al Quirinale, perché la possibilità di un bis ha tra i contrappesi quello non molto funzionale del cosiddetto semestre bianco. Che scatterà esattamente tra sei mesi.

Mattarella verso il no alla propria rielezione tra un anno

Secondo l’attuale presidente della Repubblica, Segni esprimeva “la convinzione che fosse opportuno introdurre in Costituzione il principio della ’non immediata rieleggibilità del Presidente della Repubblica’. In quell’occasione Segni definiva ‘il periodo di sette anni sufficiente a garantire una continuità nell’azione dello Stato’. Inoltre – aggiungeva – ‘la proposta di modificazione vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione’”.

Di qui l’affermazione che “una volta disposta la non rieleggibilità del Presidente, si potrà anche abrogare la disposizione dell’articolo 88 comma 2 della Costituzione, che toglie al Presidente il potere di sciogliere il Parlamento negli ultimi mesi del suo mandato. Per Mattarella, “una disposizione che – a giudizio del presidente Segni – ’altera il difficile e delicato equilibrio tra poteri dello Stato e può far scattare la sospensione del potere di scioglimento delle Camere in un momento politico tale da determinare gravi effetti’”.

L’invito a rivedere la questione del semestre bianco

Parole che guardano lontano, ma non solo. Molti si sono infatti interrogati sul motivo del passaggio in cui mette in luce i limiti del semestre bianco. Sei mesi durante i quali al Quirinale è sottratta l’“arma” più forte che ha per rendere concreta la sua ‘moral suasion’ quando la situazione politico-istituzionale è in crisi totale.

Proprio mentre sono aperte le consultazioni per dar vita a un nuovo governo, Mattarella pare adombrare un invito a far nascere un esecutivo che non vacilli alla prima instabilità. Un’esortazione ai leader a un profondo senso di responsabilità, nell’interesse del Pese. In modo tale da dare al Paese un governo (qualsiasi ne sarà la formazione) che superi indenne il prossimo anno, senza dover ricorrere nuovamente alla regia quirinalizia. Tra un anno esatto ci sarà l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. E il ‘rischio’ è che questi temi istituzionali torneranno centrali (e forse nuovamente inascoltati) anche con il successore di Mattarella.

Impostazioni privacy