Maria Chiara Carrozza neo presidente del Cnr: prima donna della storia

Storica nomina per il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che tramite un decreto firmato in data 12 aprile 2021 elegge Maria Chiara Carrozza come sua nuova presidente. Una decisione storica, dato che è la prima donna di sempre a ricoprire questa carica.

Chi è Maria Chiara Carrozza

Laureata in Fisica all’Università degli studi di Pisa, Maria Chiara Carrozza, che ha 56 anni, ha poi conseguito un dottorato di ricerca in ingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna. Già ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo Letta (tra il 28 aprile 2013 e il 22 febbraio 2014), oggi è professore ordinario di Bioingegneria Industriale. È stata la più giovane rettrice italiana. Inoltre dirige e conduce ricerche nei settori della biorobotica, della biomeccatronica, della neuro-ingegneria della riabilitazione.

Sono felice ed emozionata per la nomina a Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche – ha commentato Maria Chiara Carrozza –. Ringrazio la ministra Messa e il Comitato di Selezione per la fiducia riposta nella mia persona. Essere la prima donna alla guida del più importante e grande centro di ricerca del Paese è una sfida e una responsabilità senza precedenti. Ma anche un cambio di passo e di prospettiva“.

Gli auguri della ministra Messa

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Gli auguri a Maria Chiara Carrozza sono anche arrivati da Maria Cristina Messa, oggi titolare di quella poltrona di ministro dell’Università e della Ricerca da lei stessa in precedenza ricoperto. “Voglio augurare buon lavoro al neo presidente. Ringrazio il presidente Massimo Inguscio per il grande lavoro svolto in questi anni“, ha dichiarato la ministra Messa.

Anche dalle sue parole, peraltro, si evince la portata storica della nomina di Maria Chiara Carrozza a presidente. “Con questa nomina il Cnr torna a essere nel pieno delle sue funzioni organizzative e gestionali, oltre che scientifiche. Il ruolo che questo Ente sarà chiamato a svolgere nei prossimi anni sarà strategico per la crescita di tutto il Paese e per la competitività internazionale. Dovrà essere un vero motore, in modo trasversale su tante tematiche e settori. E avrà lo scopo di valorizzare e fare emergere le tante potenzialità che esistono nel sistema della ricerca italiana“.

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