Piccirillo: “Mia espulsione da M5S come epurazione fascista”

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“Sono profondamente dispiaciuto, oltre che sorpreso, della notizia riguardante la mia espulsione dal gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale della Lombardia. Notizia che tra l’altro ho appreso dall’Ansa, invece che direttamente dal mio gruppo, cosa che ritengo scorretta dal punto di vista umano, oltre che politico”. Lo ha detto il consigliere regionale lombardo Luigi Piccirillo, allontanato ieri dal gruppo consiliare del M5S in Consiglio regionale.

Piccirillo: “Metodo simile a epurazioni ventennio fascista”

La conferma dell’espulsione è arrivata attraverso una lettera formale inviata dal presidente grillino Andrea Fiasconaro al presidente del Consiglio, Alessandro Fermi. “Ad oggi, tra l’altro – ha aggiunto  Piccirillo – non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di questa espulsione, tanto meno del motivo. Questo metodo si avvicina alle epurazioni del ventennio fascista.

La protesta contro il green pass e l’ufficio fuori dal Pirellone

L’ormai ex consigliere regionale pentastellato nelle scorse settimane aveva fatto parlare di sé per la sua singolare protesta contro il green pass. In segno di solidarietà verso i lavoratori non vaccinati e costretti a pagarsi i tamponi, aveva infatti spostato la sua scrivania e il suo ufficio fuori dal Pirellone. Piccirillo aveva inoltre lanciato una raccolta firme e proposto due mozioni per rendere gratuiti i tamponi per il rilascio della certificazione verde.

L’ex consigliere M5S: “Ognuno di voi ha un bel Qr in fronte”

“La protesta non è su una questione sanitaria – aveva commentato l’ex consigliere regionale lombardo del M5S -. Ma è contro un’iniziativa politica che ha colpito soprattutto i lavoratori e contro questo modo di ‘mappare’ le persone. Ognuno di voi ha un bel Qr code in fronte”.

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