Inps, si raddoppia lo stipendio
di Tridico con effetto retroattivo

Lo stipendio del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, raddoppia e passa da 62 mila euro attuali a 150 mila all’anno. Un sostanzioso aumento, con effetto retroattivo, del tutto regolare e sancito dal decreto interministeriale firmato lo scorso 7 agosto dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, insieme al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. A comunicarlo è Repubblica, che sottolinea anche come lo stesso stipendio a 150 mila euro annuali sia riconosciuto anche al presidente dell’Inail. Ai vicepresidenti dei due istituti, invece, spettano 40 mila euro all’anno, che possono salire fino a 60 mila se hanno delle deleghe. I consiglieri di amministrazione hanno invece diritto a un compenso di 23 mila euro ciascuno.

Tridico è in carica da maggio del 2019. Ora gli spetterebbe quindi la differenza anche dei mesi scorsi, per un totale che si aggira intorno ai 100 mila euro. A quando riporta il quotidiano romano, il Cda avrebbe deciso per l’aumento durante una riunione nel pieno del lockdown, passando poi la palla a Catalfo. I revisori però vogliono vederci chiaro. Lo scorso 10 settembre hanno messo a verbale un’istanza di chiarimento, che avrebbe nel mirino non tanto l’aumento in sé quanto più la clausola di retroattività.  A sostegno della loro tesi, la legge 75 del 1999, che stabilisce che gli amministratori vadano pagati dalla data dell’insediamento e non da quella della nomina.

Salvini su Tridico: “Chieda scusa e si dimetta”

Non si è fatta attendere il parere del leader della Lega, Matteo Salvini, che sul proprio profilo Twitter dichiara: “Non ho parole. Invece di aumentarsi lo stipendio, prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta”.


Proprio sulla cassa integrazione lo stesso Tridico aveva fatto, poche ore prima, un bilancio: “Abbiamo pagato 11 milioni di cig negli ultimi 5 mesi, sono in attesa di essere pagati circa 30 mila lavoratori, ma è un flusso continuo. 30 mila lavoratori su 11 milioni di prestazioni pagate è una percentuale piccola, che continuerà ad esistere perché è un flusso continuo”.

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