Governo: la crisi e Mattarella | Le decisioni che il Quirinale può prendere

Il suo secondo mandato è iniziato da meno di sei mesi, ma per Sergio Mattarella si prospetta uno scenario già visto e già vissuto. Il Governo Draghi galoppa verso la crisi, che sarebbe la quarta gestita dall’attuale (e riconfermato) Presidente della Repubblica. Ognuna di esse con la propria storia e i propri traumi. Vediamo quindi come è andata le precedenti tre volte e soprattutto come potrebbe agire ora il Capo dello Stato.

La situazione in corso è stata provocata, inquadrata e anche spiegata dal M5s. Giuseppe Conte ha comunicato che il partito di cui è presidente lascerà oggi l’aula del Senato e non voterà la fiducia al Governo presieduto da Mario Draghi. Al termine della riunione, Conte è andato via senza rispondere ai cronisti che gli chiedevano se il M5s fosse pronto anche ad andare al voto. Dal canto suo, il premier ha già affermato che senza l’attuale maggioranza direbbe addio. Ma questo scenario, come vedremo, potrebbe dipendere anche dalla volontà di Sergio Mattarella. Che peraltro è tutt’altro che disabituato a gestire una maggioranza che si sgretola.

Le altre crisi di Governo con Mattarella al Quirinale

La crisi più antica, dal punto di vista cronologico, è quella del 5 dicembre 2016. Appena il giorno prima si era tenuto il referendum costituzionale, che aveva visto il no prevalere con il 59% dei voti. L’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, decise per le proprie dimissioni e lo comunicò a Mattarella. Il presidente della Repubblica incaricò quindi Paolo Gentiloni di formare un nuovo Governo. Già allora, quindi, non si andò alle urne. Poi si deve tornare a tempi molto più recenti, perché entrambi legati alla legislatura ancora in corso.

Le altre due crisi che Mattarella ha dovuto affrontare, infatti, videro entrambe come protagonista quello stesso Giuseppe Conte che oggi non voterà il Dl Aiuti di fatto negando la fiducia a Mario Draghi. Il leader politico del M5s era invece a capo del Governo sia il 20 agosto 2019 che il 26 gennaio 2021. Nel primo caso si dimise dopo lo strappo di Matteo Salvini, nel secondo dopo la sfiducia di Matteo Renzi e Italia Viva.

Elezioni obbligate? Che cosa può fare il Presidente della Repubblica

E ora? Esattamente come le altre volte, la decisione finale spetta proprio a Sergio Mattarella. Nel caso in cui Mario Draghi “salisse al Colle” (andasse quindi al Quirinale) per dimettersi, solo il Presidente della Repubblica potrebbe decidere se andare effettivamente ad elezioni anticipate o sentire le Camere per provare a formare un nuovo Governo. Questo perché la ragione della crisi sarebbe extraparlamentare, permettendo quindi di interrogare deputati e senatori sulla possibilità di formare una nuova maggioranza che dia fiducia a un nuovo esecutivo.

Ricordiamo, infatti, che l’Italia è una Repubblica Parlamentare, e quindi solo l’impossibilità di formare una maggioranza di governo che esprima la volontà dell’Aula pone l’obbligo di andare al voto. A meno che, chiaramente, non sia il Presidente della Repubblica a sciogliere le Camere. L’impressione che va per la maggiore, però, è che Mattarella voglia fare tutto il possibile per evitare questa evenienza.

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