Gino Strada, le battaglie politiche e gli scontri, da Berlusconi a Salvini

Pacifista convinto, Gino Strada, scomparso oggi, non si è mai tirato indietro per esprimere la sua opinione e commentare i fatti politici. A volte con parole molto dure, scatenando reazioni infuriate da parte dei suoi bersagli. “Quando si è governati da una banda dove la metà sono fascisti e l’altra metà sono coglioni non c’è una grande prospettiva per il Paese”, aveva dichiarato, ad esempio, nel 2019 intervistato da Radio Capital.

Tanto che il nome del fondatore di Emergency è stato più volte accostato a possibili candidature in elezioni politiche. E nel 2013 il suo nome fu considerato dagli elettori del Movimento 5 Stelle come candidato per la Presidenza della Repubblica. Certo, si trattava di un altro Movimento.

Gino Starda, tuttavia, aveva sempre ribadito di non avere intenzione di fare politica, ma solo proseguire il suo lavoro di medico. In un’intervista paragonò il centrosinistra alla Lega. Recentemente il suo nome era stato a lungo indicato e fortemente sostenuto da alcuni ambienti politici come Commissario per la sanità calabrese prima della nomina di Guido Longo.

Gli scontri con Salvini ministro dell’Interno

Negli ultimi anni Gino Strada si è scontrato in più occasioni con il leader leghista Matteo Salvini, soprattutto sul tema migrazioni. “Ho settant’anni anni e non pensavo più di vedere ministri razzisti e sbirri alla guida del mio Paese, gente che non ha nessuna considerazione per la vita degli altri esseri umani”.  Con queste parole, si rivolse ad esempio a Salvini durante una trasmissione televisiva. 

Gino Strada mi definisce oggi disumano, gretto, ignorante, fascistello, criminale. Solo??? Evidentemente la fine della mangiatoia dell’immigrazione clandestina li sta facendo impazzire”, rispose Salvini con un Tweet. Strada è tornato sul tema altre volte, sostenendo che la vera insicurezza è generata da chi invita odio contro chi sta peggio. Parole, anche in questo caso rivolte a Salvini, accusato di “portare con sé l’elemento caratteristico del fascismo: il razzismo”.

Solo alcuni giorni fa il fondatore di Emergency aveva commentato la vicenda del primario di Pediatria e candidato sindaco di Milano del centrodestra Luca Bernardo che ha ammesso di aver portato una pistola in ospedale: “I nostri medici non hanno pistole neanche nelle zone di guerra. Se fossi il suo capo? Non so se chiamerei prima la guardia psichiatrica o la polizia”.

Gino Strada pacifista contro l’intervento in Afghanistan

Un altro periodo in cui Gino Strada fu particolarmente attivo politicamente fu durante l’invasione Usa di Afghanistan e Iraq. Da pacifista convinto, criticò duramente l’allora presidente George W. Bush e chi lo sosteneva in Italia. Ovvero il governo Berlusconi. Quando lo stesso Berlusconi lo criticò pubblicamente, Gino Strada rispose con un secco “lo metterò nel curriculum”.

Celebre il litigio nel 2010 con l’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa. Al centro del contendere l’utilizzo della parola “terrorista” di strada nei confronti di chiunque usi la violenza, dunque anche i soldati impegnati in guerra. “Mi vergogno di fronte ai ragazzi che intervengono in Afghanistan e usano legittimamente la violenza per salvare civili”, rispose la Russa.

Di sicuro, Gino Strada fu durissimo nel criticare l’intervento italiano in Afghanistan, votato dal 90 per cento del Parlamento e giudicato “incostituzionale”, come scrisse nella celebre Lettera da Kabul del 2003. 

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