Covid, Orlando: “Inidoneità per i sanitari che non fanno il vaccino”

Nel corso di un intervento a Sky TG24, Andrea Orlando, il ministro del Lavoro, ha parlato dell’obbligo vaccinale per gli operatori del settore sanitario. “Dobbiamo prevedere una serie di obblighi per chi ha delle precise funzioni, soprattutto nell’ambito sanitario”, ha spiegato. Per questa ragione il governo da studiando una norma che, tenendo conto del ruolo svolto da ognuno, “preveda la possibilità di inidoneità per chi non si vaccina, con tanto di conseguenze per questa inidoneità sopravvenuta”.

L’obbligo di immunizzazione nelle aziende

Orlando è poi sceso nel dettaglio sugli obiettivi che il governo mira a raggiungere con la nuova legge. In particolare ha sottolineato la necessità di impedire al personale sanitario non vaccinato di entrare in contatto con le persone fragili. Parlando dell’obbligo di immunizzazione nelle aziende, il ministro ha dichiarato che i lavori stanno procedendo bene, soprattutto dopo l’ultimo confronto con le parti sociali. Sarà però necessario “un approfondimento di carattere tecnico”. “Il 6 aprile avremo un passaggio definitivo, nel quale definiremo i requisiti minimi per individuare i luoghi nei quali si può procedere alla vaccinazione, e le modalità con le quali le imprese possono aderire alla campagna di vaccinazione. Per la prima settimana di aprile potremo avere un riferimento nazionale che ci dirà come si possono realizzare i vaccini nei luoghi di lavoro”, ha aggiunto Orlando.

“Orlando: sì a politiche attive concertate con Regioni”

Durante il suo intervento, Orlando ha parlato anche delle politiche attive del lavoro, sottolineando l’importanza di “concertare il più possibile con le Regioni” il loro sviluppo. Si tratta di “un’esigenza”, anche in virtù delle risorse che il Recovery Plan designa al settore. Per il ministro è inutile, invece, “discutere di modifiche costituzionali”.

Amazon, Orlando: “Convocherò l’azienda e le parti sociali”

Il ministro del lavoro ha poi parlato del recente sciopero dei dipendenti di Amazon. In particolare si è detto intenzionato aconvocare” l’azienda e le parti sociali per avviare un dialogo, che dovrò riguardare anche l’introduzione di nuovi diritti per gli occupati della società. Orlando ha dichiarato che quello di Amazon “è un ambito in cui si devono fare dei passi avanti, per costruire delle relazioni industriali normali”. È necessario “costruire un percorso di dialogo” che “porti a dei risultati, laddove, fino a qui, non son venuti” o “non sono stati ritenuti sufficienti”. Tramite la contrattazione sarà possibile trovare “nuovi strumenti, nuovi diritti e anche una modalità di confronto con le parti sociali più avanzata”.

“Necessario rivedere il reddito di cittadinanza”

Orlando ha sottolineato l’importanza di rivedere il reddito di cittadinanza. Dal suo punto di vista è necessario ripensarlo e integrarlo meglio “con le politiche attive del lavoro”. “Deve però essere riconosciuto che è stato uno strumento potentissimo di lotta alla povertà assoluta, che purtroppo durante la pandemia è cresciuta”, ha aggiunto. “La manutenzione che dobbiamo fare parte dal presupposto che è uno strumento che in questi mesi è stato assolutamente essenziale”. Orlando ha poi ribadito che il ministero del Lavoro sta lavorando alacremente alla riforma degli ammortizzatori sociali. “Abbiamo diviso in quattro parti la materia: la prima, che riguardava le procedure, è già chiusa. Abbiamo trovato un accordo con le parti sociali e ora siamo al lavoro sulla parte che riguarda la definizione del perimetro”. “Credo che nell’arco della prossima settimana riconvocheremo le parti sociali per fare una proposta su questo tema. Poi procederemo sulle modalità di gestione e la quantificazione e la distribuzione dei costi”, ha aggiunto. “Abbiamo un’occasione storica, anche perché diventa un passaggio essenziale”, ha concluso Orlando.

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