Caso Vannacci, i politici schierati dalla parte del generale

Tutti contro Vannacci. O forse no. A destra l’ex ufficiale dell’esercito, autore del discusso libro “Il mondo al contrario”, sta riscuotendo un certo apprezzamento, tra offerte di candidature che lui ha prontamente declinato – è il caso di Forza Nuova – e attestati di solidarietà. A cominciare da quello più pesante arrivato da Giovanni Donzelli, coordinatore di Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del governo, né di un partito di minoranza. Se stabilissimo che compito della politica è decidere la bontà delle idee sarebbe la fine della democrazia”, ha detto il deputato di Fdl fedelissimo della premier, a proposito del ministro della Difesa nonché collega di partito, Guido Crosetto, che ha subito condannato il saggio, già bestseller su Amazon, infarcito con appellativi e giudizi omofobi e razzisti contro omosessuali, migranti, femministe e ambientalisti.

La destra in soccorso di Vannacci: “Vogliono il rogo dei libri?”

Ieri Donzelli è tornato all’attacco sul Corriere della Sera. “In un mondo libero si scrive ciò che si pensa“, è stato il commento del deputato che pure ha detto di condividere la decisione di Crosetto di avviare un’azione disciplinare contro l’ex parà.

“Vannacci come militare fino a questa vicenda ha reso un grande servizio alla Nazione”, è stata la difesa. “Ma cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano?”, ha proseguito spostando il mirino sulle opposizioni.

Non solo una questione formale. Donzelli sembra condividere il libro di Vannacci anche nel merito. “Non voler eliminare il favor familiae non è omofobia, è la Costituzione”, ha detto a proposito della tutela preferenziale che la Carta fondamentale riconosce alla famiglia.

Giovanni Donzelli, coordinatore di FdI
Foto ANSA/FABIO FRUSTACI

Salvini: Telefonata “molto cordiale” con Vannicci

Nella polemica interna a FdI si è inserito anche il leader della Lega Matteo Salvini, che nel pomeriggio ha fatto sapere di aver avuto una telefonata “molto cordiale” con Vannacci. Il vicepremier ha annunciato in diretta su Facebook che comprerà il libro “perché prima di condannare e giudicare è giusto leggere, conoscere, capire” e perché “respinge l’idea che “in Italia ci sia un Grande Fratello che dice cosa si può leggere e cosa no”.

Secondo il ministro delle Infrastrutture “se il generale scrive qualcosa che non ha niente a che fare con segreti di Stato o con il suo lavoro, ed esprime dei suoi pensieri nero su bianco, ha il dovere e il diritto di farlo“.

A schierarsi con il generale dell’esercito anche un altro big del partito di Giorgia Meloni come Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera. “È bastato che l’onorevole Donzelli toccasse un nervo scoperto del Pd, e cioè il tentativo di volersi sostituire alla autorità gerarchicamente competente a giudicare il comportamento del generale Vannacci, e contro di lui si è concentrato l’attacco dei fedeli e degli accoliti vari della Schlein”.

Anche Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, è intervenuto tirando in ballo la “censura” e il “regime”. “Ogni posizione e ogni libertà garantita dalla Costituzione non può essere censurata. Il pensiero progressista non può autoritariamente mortificare e spegnere il pensiero conservatore. Dopo il trattamento subìto,  il generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l’autorità dello Stato? Questo è regime”.

Vannacci: “La telefonata di Salvini mi ha fatto piacere”

L’ex parà dal canto suo ha detto di aver apprezzato la telefonata del leader del Carroccio. “Non dirò nulla sul contenuto della comunicazione con Salvini, ma mi ha fatto piacere sicuramente. Come fa piacere ogni volta che qualcuno mostra interesse per un servitore dello Stato e per come può sentirsi”, ha spiegato oggi Vannacci in un’intervista al Corriere della Sera “Non sono un mostro, né un orco”, ha detto l’ex comandante della Folgore ribadendo il no a a passi indietro: “Fintanto che non offendo e non ledo la dignità di qualcuno ho diritto a esprimere la mia opinione“.

Quanto agli attestati di solidarietà che ha incassato a destra, “le mie idee intercettano quelle di una grande moltitudine di persone. Non mi ergo a paladino della maggioranza degli italiani, ma le mie argomentazioni evidentemente trovano una certa rispondenza”. Quindi la precisazione: “Nella nota d’autore del libro ho spiegato che le mie erano opinioni personali e che non rappresentavano il punto di vista delle Forze armate. Per questo considero le parole dello Stato maggiore pleonastiche e ridondanti”.

Crosetto: “Ho agito da ministro, rifarei tutto”

Sul caso è tornato a farsi sentire anche il Crosetto. “Rifarei quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa, di tutti i cittadini italiani e di tutti i militari, doveva agire così. Non ho parlato e non mi sono mosso da esponente politico, ma, trattandosi di una cosa che toccava il mio ministero, da rappresentante delle istituzioni”, ha detto il cofondatore di FdI in un’intervista rilasciata sempre al quotidiano di via Solferino.

La reazione delle opposizioni

Il botta e risposta interno alla maggioranza è quindi rimbalzato nel campo avversario. Tra le opposizioni si è fatto sentire Alessandro Zan, responsabile diritti per il Partito democratico, che su Twitter ha preso di mira il coordinatore di FdI. “Il delirio di Donzelli su Vannacci sconfessa Crosetto. Per Fratelli d’Italia nessun problema se un generale in servizio sputa odio misogino, razzista, omofobo, per loro il problema è il Pd che chiede sia rispettata la Costituzione. È questa la linea del partito di Giorgia Meloni?”.

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