Caso migranti Open Arms: Renzi&C.
(non) votano per Salvini a processo

La decisione della Giunta per le immunità del Senato è arrivata: l’organismo, riunitosi per votare sulla possibilità di accogliere la richiesta dei magistrati siciliani e rinviare a giudizio Matteo Salvini per il caso Open Arms, ha deciso di ‘salvare’ l’ex ministro dell’Interno, con 13 voti contrari e 7 favorevoli. Decisive le astensioni, già annunciate prima della votazione, da parte dei tre senatori di Italia Viva (Giuseppe Cucca, Francesco Bonifazi e Nadia Ginetti). Il partito fondato da Matteo Renzi, quindi, si conferma ago della bilancia della politica italiana, come accaduto in aula a Palazzo Madama per le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La decisione della Giunta, in ogni caso, non è definitiva: l’ultima parola spetta infatti proprio all’intero Senato, che si pronuncerà entro fine giugno in tal senso.

Salvini: “Giustizia è fatta. Renzi? Non l’ho sentito”

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Commentando l’esito della votazione, Matteo Salvini ha dichiarato: “Per oggi giustizia è fatta. Non ho paura perché ritengo di aver fatto quello che gli italiani mi chiedevano di fare rispettando le regole e svegliando l’Europa. Renzi? Non l’ho sentito”.

“Ognuno ha fatto quel che ha ritenuto di fare e io non ho niente da dire o da promettere a nessuno – ha aggiunto Salvini –. Semmai ad aver cambiato idea sono i cinque stelle che ora mi vogliono mandare a processo”.

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In precedenza, Salvini aveva commentato sui social la decisione della Giunta per le immunità: “La giunta del Senato ha votato stabilendo che Salvini ha fatto il suo dovere, ha agito per interesse pubblico e non privato. I senatori hanno votato liberamente stabilendo che tutto il governo era d’accordo, anche quel pezzo di governo M5s, da Conte a Di Maio, che dice ‘no, non sapevamo nulla, non eravamo d’accordo’. Ma come? Era nel programma comune di governo”.

“La giunta ha stabilito che ho fatto il mio dovere da ministro. Io non ho cambiato idea rispetto all’anno scorso, altri sì” aveva poi aggiunto l’ex ministro dell’Interno.

Ginetti (Italia Viva): “Il voto non è una scelta politica”

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Ha sicuramente sorpreso la decisione di Italia Viva di astenersi dal voto, risultando decisiva per l’esito finale. Una scelta che la senatrice Nadia Ginetti ha spiegato così: “Non è una scelta politica. Il nostro giudizio sulle politiche migratorie dell’ex ministro Salvini è già noto a tutti, lo abbiamo sempre espresso”.

“La nostra decisione è nel merito della questione, coerente col caso Gregoretti. Mancava una seria istruttoria per definire la questione” ha aggiunto la rappresentante del partito di Matteo Renzi.

Riccardi (M5S): “Votato secondo coscienza, mi assumerò le conseguenze”

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Tra le scelte a sorpresa quella di Alessandra Riccardi del Movimento 5 Stelle di votare in modo difforme rispetto ai colleghi di partito: “In Giunta ho sempre votato secondo scienza e coscienza. L’ho fatto anche questa volta. Ho seguito la mia coscienza, seconda la mia corretta applicazione della legge”.

“Se il Movimento mi espelle, mi assumerò le conseguenze del mio voto – ha aggiunto Riccardi -. Per me non è stata una scelta facile. La Giunta è un organismo che ha funzioni paragiurisdizionali. Proposte da altri partiti? Assolutamente no”.

Giarrusso (Gruppo misto): “Stessa posizione del caso Diciotti”

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Un altro atteso ago della bilancia era Mario Giarrusso, ex Movimento 5 Stelle e ora nel Gruppo misto: “Ho espresso la medesima posizione quando ero capogruppo M5s in Giunta per la questione Diciotti – ha dichiarato -. Sulla Open Arms la questione è ancora più chiara, la Diciotti era una nave italiana, in questo caso batteva bandiera spagnola. Rifacendomi alla posizione espressa dagli attivisti su Rousseau, io ho mantenuto coerente il mio voto”.

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“Non è un voto a favore di Salvini, ma a favore dell’azione di governo – ha poi aggiunto Giarrusso – Io non chiedo nulla, è il Movimento che ormai ha voltato le spalle ai suoi valori”. Il senatore ha anche smentito le voci che lo danno in trattativa con la Lega per un ingresso nel partito di Salvini.

 

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