Boccia: “A metà mese l’Italia sarà zona gialla, il 7 gennaio ripartiremo”

Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, interviene al webinar 5G Italy e il RecoveryFund, dove parla del nuovo dpcm in arrivo. “Sono ore decisive per questo dpcm, probabilmente il più lungo per durata della storia recente tra questi provvedimenti per regolare le nostre azioni. C’è un dibattito alle Camere e non è corretto anticipare le conclusioni, ma parte il 4 dicembre e andrà sicuramente oltre l’Epifania. Se un giorno dopo o una settimana dopo si stabilirà nel dibattito”.

“Noi non possiamo permetterci la terza ondata perché non vogliamo che una sola persona possa morire per Covid nel corso del nuovo anno, un auspicio ma comunque dobbiamo limitare al massimo questo rischio.

La road map tracciata dal ministro Boccia

“Dicembre dev’essere il mese che ci fa mettere in sicurezza il Paese senza fare un lockdown nazionale. Da qui a 15 giorni tutta Italia o gran parte d’Italia sarà gialla, pensiamo a restrizioni puntuali per il periodo delle feste che non ci fanno allentare i nostri comportamenti. Il 7 gennaio il Paese ripartirà, incrociando una grande campagna di vaccini”, ha aggiunto.

Proprio su quest’ultimo punto, Boccia ha dichiarato: Il vaccino non sarà obbligatorio, ma certo consigliato. Certe categorie dovranno essere messe in sicurezza, come anziani, forze dell’ordine, ospiti delle Rsa, sanitari. Gli studenti? È una riflessione che si sta facendo in Parlamento”. E ancora: La distribuzione del vaccino sarà capillare, affidata al commissario Arcuri, grazie all’intervento delle forze armate”.

Bonaccini: “Con zone gialle, aperture estese anche a Natale e Capodanno”

Con il ritorno alle zone gialle, se il dpcm non cambierà, “i bar e i ristoranti potranno riaprire alle 18”. Quindi questa apertura “andrebbe estesa anche al giorno di Natale e Capodanno. È l’opinione del presidente dell’Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. “Altrimenti”, ha detto, “diamo messaggi che non vengono percepiti e capiti. Se aprono, vengono aperti con eventuali restrizioni che già oggi in parte ci sono”. Per Bonaccini “quello che serve è che arrivino i ristori subito a coloro che sono colpiti”.

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