Astensionismo, non tutti perdono: gli effetti sui numeri di Cdx e Csx

Non andare a votare, non sempre ma spesso, coincide a esprimere volutamente o meno una propria preferenza politica. Il concetto è chiaro in diverse occasioni in cui si è chiamati alle urne per un referendum, ma può valere anche nel caso di elezioni politiche e soprattutto amministrative. Ecco quindi chi ha tratto maggiormente beneficio dall’astensionismo dell’ultima tornata elettorale.

Astensionismo: tutti perdono voti, il centrodestra di più

L’Istituto Cattaneo ha passato in rassegna i voti che hanno portato all’elezione dei nuovi sindaci di Alessandria, Monza, Parma e Catanzaro. Ebbene, ciò che emerge dai dati è che l’astensionismo ha indirettamente favorito il centrosinistra. O, per essere ancora più precisi, ha danneggiato in maniera molto più pesante i loro rivali alle urne. Perché analizzando i flussi rispetto alle precedenti tornate elettorali, chi ha perso più voti sono proprio i partiti del centrodestra.

In generale, si osserva che, tra primo e secondo turno, in tutte le città considerate sia il polo di centrodestra sia quello di centrosinistra perdono voti verso l’astensione. Ma la perdita risulta ovunque maggiore (a volte, molto maggiore) nella prima area politica“, ha spiegato l’Istituto Cattaneo. In altre parole, chi ha scelto l’astensionismo nel recente passato aveva dato la propria preferenza a liste e partiti più conservatori.

Origini e cause del fenomeno: cosa è successo dal 2019

Lo studio certifica che le cause del fenomeno non sono solo locali, come spesso avviene nelle elezioni amministrative. Non di rado, infatti, la preferenza per il sindaco si dà per una scelta personale (come dimostrano le liste civiche, spesso capaci di raccogliere il maggior numero di voti per il rispettivo Comune). L’astensionismo dell’elettorato di centrodestra, secondo gli statistici, è frutto invece anche della scarsa coesione e sintonia comunicativa della coalizione negli ultimi tempi.

La tendenza risulta questa sin dalle elezioni europee del 2019. “L’elettorato di centrodestra subisce perdite verso il non-voto più consistenti di quelle del centrosinistra“, sottolinea l’Istituto Cattaneo. In più “una parte notevole di chi nel 2019 aveva votato M5s si disperde nel non-voto“. Ma se da una parte gli elettori di Fratelli d’Italia sembrano più “fedeli” del resto della coalizione, l’astensionismo non appare l’unico problema. “I passaggi di campo da centrodestra a un candidato di centrosinistra (o viceversa) sono abbastanza limitati (e perlopiù equivalenti) nelle città del Nord (Alessandria, Monza, Parma), mentre sono molto consistenti in quella del Sud (Catanzaro)“, si legge infatti.

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