Ucraina, l’appello di Erdogan a Putin: “Serve un cessate il fuoco unilaterale”

In Ucrainaserve un cessate il fuoco unilaterale” per arrivare alla pace: l’ha dichiarato Recep Tayyip Erdogan, il presidente della Turchia, nel corso di un colloquio telefonico con Vladimir Putin, il presidente della Russia. Il leader ha aggiunto che per arrivare alla conclusione della guerra serve anche una “visione per una soluzione equa”. Oltre della guerra in Ucraina, Erdogan e Putin hanno parlato anche delle questioni energetiche, concentrandosi in particolare sulla creazione di un hub del gas in Turchia. “Durante il colloquio, il presidente Erdogan ha affermato che Anakara ha rafforzato e continua a rafforzare le infrastrutture per la creazione di un hub di gas naturale in Turchia e che la parte turca è impegnata a finalizzare la road map e a compiere passi concreti per attuarla non appena possibile”, si legge in una nota diffusa dalla presidenza turca.

Erdogan ha poi ricordato a Putin la necessità di “adottare azioni concrete per eliminare la presenza dei gruppi terroristici del Pkk, Pyd e Ypg soprattutto dal Tal Rifaat, a Manbij, nel nord della Siria”. La Turchia, infatti, considera l’Unità di protezione del popolo curdo in Siria, l’Ypg, un’organizzazione terroristica al pari del Pkk.

Ucraina, la Russia si prepara a un’escalation

Oleskii Danilov, il segretario del Consiglio di sicurezza e di difesa ucraino, ha dichiarato che la Russia si sta preparando a un’escalation della situazione al fronte a febbraio. Al tempo stesso si sta muovendo dietro le quinte per spingere Kiev a firmare “accordi di pace” sul modello di quelli di Minsk. Danilov ha affermato che negli ultimi giorni un uomo di nome Taras Kozak, noto collaboratore del politico filo-russo Viktor Medvedchuk, “sta organizzando incontri con i rappresentanti europei per costringerci a firmare alcuni accordi di pace, o almeno così li definiscono, una sorta di Minsk 3. Naturalmente non accetteremo”.

Distrutto oltre il 60% di Bakhmut

Nel corso dei combattimenti in Ucraina, oltre il 60% della città di Bakhmut è stato distrutto. L’ha reso noto Pavlo Kyrylenko, il capo dell’amministrazione militare della regione di Donetsk, nel corso di una conferenza stampa. “Non importa quali tentativi abbia fatto il nemico per entrare in città, non è stato in grado di avanzare. Non importa quale successo abbiano avuto i soldati russi, sono stati respinti alle loro precedenti posizioni fuori città”, ha poi commentato Kyrylenko. “Ora si trovano in una zona pianeggiante e devastata, che sta contribuendo anche all’enorme perdita di soldati”. Ha aggiunto che due civili sono morti ieri nei bombardamenti russi sulla città.

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