Ucraina, arrestata e rilasciata la giornalista russa che criticò la guerra

È stata nuovamente arrestata, per essere rilasciata dopo poche ore, la giornalista russa Marina Ovsyannikova, nota per essere entrata a marzo nello studio televisivo durante il tg con un cartello di denuncia della guerra lanciata contro l’Ucraina dal presidente russo Vladimir Putin. Il nuovo arresto della giornalista, 44 anni, è arrivato a pochi giorni dalla sua manifestazione di protesta vicino alla sede del Cremlino, dove con in mano un cartello è tornata a criticare l’intervento della Russia in Ucraina e il presidente Putin. Due agenti l’hanno fermata mentre era in giro in bicicletta e l’hanno fatta salire su un furgone bianco.

La stessa Ovsyannikova ha dato di sé poco dopo, pubblicando immagini di lei con i suoi due cani sulla sua pagina Facebook. “Sono andata a fare una passeggiata con i miei cani, ma appena uscita dal cancello persone in uniforme si sono avvicinate a me”, ha scritto su Facebook. “Ora sono seduta al ministero degli affari Interni di Krasnoselsky”, riferendosi a una stazione di polizia in un distretto di Mosca. Tre ore dopo, Ovsyannikova ha detto di essere stata rilasciata. “Sono a casa. Va tutto bene, ha scritto sulla sua pagina Facebook. “Ma ora so che è sempre meglio portare una valigia e un passaporto se esci”, ha aggiunto.

Borrell: “L’Ue troverà accordo per più aiuti militari all’Ucraina”

“La Russia sta continuando a bloccare il grano ucraino, distruggerlo, bruciarlo. Continuano a fare bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili. Vedremo come continuare a supportare l’Ucraina. Discuteremo un aumento del supporto militare all’Ucraina. Sono sicuro che i ministri raggiungeranno un accordo politico su questo”. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, arrivando al consiglio Affari esteri dell’Ue a Bruxelles. “Ho la speranza che questa settimana sarà possibile raggiungere un accordo per sbloccare il porto di Odessa e gli altri porti ucraini” per le esportazioni di cereali ucraini. “La vita oltre di decine di migliaia di persone dipende da questo accordo, quindi non è un gioco diplomatico, è una questione di vita e di morte per molti esseri umani. La Russia deve togliere il blocco e consentire le esportazioni, altrimenti continueremo ad accusarli di usarle come un’arma”, ha sottolineato Borrell.

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