Russia, nuovo tentativo di accordo con la Cina | Ecco l’obiettivo del Cremlino

Con la guerra in Ucraina che non accenna ad arrestarsi e le sanzioni verso Mosca che diventano via via sempre più severe, la Russia prova a studiare le contromosse. Che, dal punto di vista economico e geopolitico, conducono ancora una volta verso la Cina.

Se infatti Europa e Usa proseguono nelle proprie iniziative per isolare il più possibile la Russia dal commercio globale, la propaganda del Cremlino continua a muoversi. Così in queste ore è stato Georgy Zinoviev, capo del Primo dipartimento asiatico del ministero degli Esteri, a tentare un rilancio in direzione della Cina. Ecco quindi quale strategia sta tentando di mettere in atto Mosca.

Russia: i rapporti con la Cina dallo scoppio della guerra in Ucraina

Non bisogna dimenticare che più di un mese fa Anton Siluanov, ministro delle Finanze della Russia, espose la strategia del Cremlino in un intervento per ‘Rossiya-24 TV Channel’. In quella occasione spiegò che lo yuan cinese potrebbe essere una “valuta di riserva affidabile“. “Una parte delle riserve auree e monetarie del Paese è conservata in questa valuta – disse il ministro –. Nello sviluppo delle relazioni commerciali con la Cina, utilizzeremo una quota delle riserve auree e valutarie denominata in yuan cinese“.

Russia e Cina, due superpotenze storicamente vicine
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Oggi la strategia della Russia sembra essere esattamente la stessa. Lo certificano le parole di Zinoviev, rilanciate dall’agenzia ‘TASS’ dopo una riunione del gruppo per i rapporti con la Cina alla Duma di Stato (ossia la Camera bassa del Parlamento di Mosca). Qui l’esponente del ministero degli Esteri ha parlato di “impegno attivo” del Governo a mettere a punto con Pechino “catene di approvvigionamento nelle nuove condizioni“. E cioè cementando nuovi accordi da siglare con le rispettive valute nazionali (rubli e yuan).

È chiaro che stiamo attraversando un periodo di adattamento – ha detto Zinoviev nel suo discorso –. Dobbiamo trovare possibilità commerciali nelle nuove condizioni e meccanismi finanziari per l’interazione, che ci permettano di siglare regolamenti nelle valute nazionali. Ciò richiede tempo e impegno“. La Russia crede quindi di poter contrastare le sanzioni trovando accordi concreti con la Cina. “I nostri due Paesi sono ora attivamente coinvolti in questo – ha proseguito l’esponente del Governo –. E la situazione attuale aiuterà a rivelare il potenziale interno per rafforzare le relazioni amichevoli tra i due Paesi, creando nuove forme di cooperazione“.

Bandiera della Cina sventola a Shanghai
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Sono parole che non sembrano arrivare in una fase casuale del conflitto con l’Ucraina. L’“Operazione Speciale” di Vladimir Putin (e le successive sanzioni dell’Occidente), infatti, starebbero davvero portando il Paese al collasso. Lo ha fatto capire, pur con tutte le prudenze del caso, la governatrice della Banca Centrale russa, Elvira Nabiullina, nell’intervento di domenica 17 aprile. In Russia il timore è che il 4 maggio sia il “giorno del non ritorno” per l’economia interna. Il tutto nonostante, sempre nelle ultimissime ore, la propaganda dello Zar paventi conseguenze da fallimento anche per l’Europa.

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