Russia, la mobilitazione fa paura: proteste contro la guerra e arresti

Nelle ore successive al discorso del presidente russo Vladimir Putin, che ha annunciato una mobilitazione militare parziale, sono scoppiate diverse proteste contro la guerra in tutta la Russia. Secondo quanto riferito dalla ong Ovd-info, almeno 1335 persone sarebbero state arrestate per essere scese in piazza in 38 città russe. Una delle proteste più grandi e ben documentate sui social è senz’altro quella di Mosca, durante la quale gli agenti hanno portato via di peso vari dimostranti intenti a scandire lo slogan “vita per i nostri figli”. In un altro video, visibile sull’account Twitter di Nexta, si vede la polizia, in tenuta anti sommossa, che carica i dimostranti a San Pietroburgo, dove i manifestanti sono stati picchiati con manganelli durante la detenzione.

La procura di Mosca ha avvisato che chi partecipa alle proteste rischia 15 anni di carcere. Ha poi parlato della pubblicazione sui social media di “post con informazioni per partecipare ad azioni pubbliche e commettere altre azioni illegali”, mettendo in guardia nei confronti della distribuzione di questo materiale, “punibile sulla base di leggi penali e amministrative”.

Gli appelli del movimento anti-guerra Vesna

Migliaia di uomini russi, i nostri padri, fratelli e mariti, verranno gettati nel tritacarne della guerra. Per chi moriranno? Per cosa dovranno piangere le madri e i figli?”, si legge in una dichiarazione del movimento anti guerra Vesna, che ieri, mercoledì 21 settembre, invitava a partecipare alla protesta a Mosca. Vesna ha anche diffuso un appello ai soldati già al fronte, chiedendo loro di rifiutarsi di combattere. “Ci rivogliamo ai militari russi al fronte e nelle loro unità perché si rifiutino di partecipare all’operazione speciale o si arrendano il più presto possibile. Non dovete morire per Putin. Le persone che vi amano in Russia hanno bisogno di voi“.

Von der Leyen: “Pronti a nuove sanzioni contro la Russia”

Nel corso di un’intervista alla Cnn, Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, ha dichiarato che l’Ue è pronta “a imporre ulteriori costi economici alla Russia e alle persone e alle entità all’interno e all’esterno della Russia che la sostengono, politicamente o economicamente. Mentre la Russia si muove verso un’economia di guerra piena, proporremo anche ulteriori controlli sulle esportazioni sulla tecnologia civile”, ha aggiunto, sottolineando che “il presidente Putin sta mostrando la sua debolezza” anche indicendo “falsi referendum sul suolo sovrano ucraino”.

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