Quando tv e social hanno aiutato a ritrovare delle persone scomparse

Arriva dagli Stati Uniti d’America la notizia del ritrovamento di una bambina scomparsa dopo sei anni. Un ritrovamento davvero inaspettato e reso possibile grazie a un documentario su Netflix.

Quello che ha visto recitare un ruolo da protagonista alla nota piattaforma di streaming non è, però, il primo caso in cui tv o social sono state determinanti per il ritrovamento di persone scomparse.

In Italia e nel Mondo.

Adolescente ritrovata grazie a serie Netflix

Partiamo ovviamente citando l’ultimo caso, quello che arriva direttamente dagli USA.

È qui, in una cittadina del North Carolina, che sabato scorso è stata ritrovata Kayla Unbehaun, grazie ad alcune immagini mostrate dal documentario Unsolved Mysteries, presente su Netflix.

Secondo quanto riportato dai media d’oltreoceano, il proprietario di un negozio ad Asheville avrebbe riconosciuto la ragazza quindicenne dopo averla vista nel documentario sopra citato, allertando subito la polizia.

È così che le forze dell’ordine hanno potuto ritrovare quella bambina scomparsa ormai sei anni fa in Illinois, a più di 900 chilometri di distanza da dove è stata avvistata, e permetterle di riabbracciare il padre.

La polizia ha, poi, arrestato la madre della minorenne, accusata di aver rapito la figlia nel corso della parata del 4 luglio 2017, quando la ragazza aveva solo nove anni.

Un gesto compiuto nel corso di uno di quegli incontri periodici che il giudice aveva concesso, dopo che la custodia della ragazza era stata affidata al papà, come conseguenza di un divorzio da parte della coppia.

La madre, Heather Unbehaun, ha giù pagato la cauzione di 250.000 dollari ed è stata rilasciata, ma a luglio dovrà comparire davanti a un giudice per rispondere di questo rapimento.

Al settimo cielo, invece, il padre della giovane Kayla, il quale ha potuto riabbracciare sua figlia dopo un calvario durato sei lunghissimi anni.

Un periodo in cui l’uomo non ha mai perso la speranza e ha sempre lottato per ritrovare la figlia.

Anche attraverso alcune iniziative sui social, come quella che lo portò a creare una pagina Facebook dal nome Bring Kayla Home e nella quale il mese scorso aveva pubblicato anche una foto elaborata al computer e utile a mostrare come sua figlia potesse apparire ora.

Trasmissione tv Chi l'ha visto?
Foto | ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

Ragazze ritrovate in diretta a Chi l’ha visto?

Una storia tutta italiana è, invece, quella di Sara e Karol, due ragazze di 14 e 15 anni che nel 2022 sono state ritrovate in diretta tv, durante la messa in onda di Chi l’ha visto?.

I genitori delle giovani stavano parlando della scomparsa delle proprie figlie alla conduttrice della trasmissione, Federica Sciarelli, quando all’improvviso è arrivata in diretta una chiamata.

A farla una ragazza che si trovava su un bus diretto da Roma a Torino, lo stesso sul quale si trovavano le due giovani scomparse.

Ad avvisarla di questa possibile coincidenza era stata la madre, la quale stava seguendo la trasmissione in tv e, ascoltando i dettagli raccontati dai familiari di Sara e Karol, pensò subito che sua figlia potesse trovarsi proprio sullo stesso pullman in quel momento.

E fu proprio così, con la segnalazione che permise di mettere in contatto in diretta lo studio con le due ragazze sul bus:

“Mi sto alzando dal mio posto e controllo se sono loro. Sono qui le vedo tutte e due, penso proprio che siano loro, siamo quasi arrivate a Milano. Sara, Karol siete voi due? Al telefono c’è ‘Chi L’ha visto?’ con le vostre madri”.

Persone scomparse ritrovate grazie alla campagna social della Roma

Chi rappresenta da anni un soggetto molto attivo nella ricerca di persone scomparse è la Roma calcio, società che negli ultimi mesi ha permesso di ritrovare diversa gente.

Come? Attraverso la geniale iniziativa prodotta da Roma Cares e che ha visto il club presentare i propri acquisti di mercato nelle ultime stagioni pubblicando sui social la storia e l’immagine di una persona scomparsa, a fianco alla canonica foto di presentazione del nuovo calciatore.

Un’iniziativa che ha permesso di ritrovare oltre una decina tra ragazzi e bambini, individuati anche grazie alle foto pubblicate dalla Roma, le quali hanno fatto il giro del Mondo.

Lo dimostra il fatto che questi ritrovamenti non sono avvenuti soltanto in Italia, bensì anche in diversi Paesi europei e addirittura in Africa.

Una campagna social di enorme successo sul piano umano e sociale e che ha poi spinto oltre 200 club di calcio in 61 Paesi diversi nel Mondo a unirsi all’iniziativa Football Cares, utile a ritrovare molte altre persone scomparse, servendosi sempre anche di una attività social dedicata.

In ambito internazionale, l’open source intelligence usata per fini sociali è, infatti, ormai qualcosa di noto.

Sono sempre di più gli esperti e gli attivisti che si servono delle tecniche di intelligence per fini solidaristici, utilizzando web e social.

Un esempio? Nel 2018 è nata Trace Labs, un’organizzazione no profit che riunisce persone da tutto il Mondo con la missione di ritrovare gente scomparsa, sfruttando la forza della rete.

Un altro esempio è anche quello di Stop child abuse – Trace an object, a cura dell’Europol e lanciato nel 2017, creando una pagina web nella quale caricare immagini di oggetti estrapolati da foto e video pedopornografici, così da provare a capire se qualcuno abbia mai visto tali oggetti e risalire ai luoghi in cui potrebbero trovarsi le vittime.

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