La Nato prepara “la più grande esercitazione militare dalla Guerra Fredda” contro la Russia

“La più grande esercitazione di comando congiunto dai tempi della Guerra Fredda”. La Nato starebbe pianificando un’operazione in grande stile per respingere un’eventuale aggressione russa contro uno dei membri del Patto atlantico.

A riportare la notizia è il Financial Times, secondo cui l’addestramento – denominato Steadfast Defender – inizierà nella primavera del 2024 e coinvolgerà i 31 membri della Nato più la Svezia, la cui richiesta di adesione all’Alleanza attende di essere ratificata da Turchia e Ungheria.

L’operazione simulerà potenziali manovre contro una coalizione ostile guidata dalla Russia, soprannominata Occasus. Vi prenderanno parte tra le 500 e le 700 missioni di combattimento aereo, più di 50 navi e circa 41mila militari. L’addestramento si svolgerà in Germania, Polonia e negli Stati baltici nei mesi di febbraio e marzo. Dal 2024 infatti le esercitazione della Nato passeranno da una a due l’anno.

Il rafforzamento del fianco Est della Nato

I Paesi che più degli altri hanno spinto per il rafforzamento del fianco Est della Nato sono stati i Paesi baltici, preoccupati dalla minaccia russa dopo l’aggressione all’Ucraina e la ricollocazione delle truppe della Wagner in Bielorussia. Un allarme, quest’ultimo, perlopiù rientrato dopo la morte del capo Evgeny Prigozhin e la decapitazione dei vertici della compagnia di mercenari.

È sul fronte orientale infatti che la  Nato ha dispiegato contingenti multinazionali lungo i confini orientali dell’Alleanza, a scopo difensivo e con funzione di deterrenza nei confronti di possibili aggressioni della Russia.

L’evoluzione dell’Alleanza atlantica

L’esercitazione, nota il quotidiano londinese, è parte della strategia di evoluzione della Nato, imposta dalla guerra in Ucraina, verso un’Alleanza in grado di combattere una guerra e non solo di rispondere a una crisi.

Già nel giugno dello scorso anno il segretario della Nato Jens Stoltenberg aveva annunciato l’espansione del contingente di risposta rapida, con un aumento delle forze d’intervento a disposizione del Comando supremo, da 40mila a “ben oltre 300mila”.

Un nuovo approccio, dunque, totalmente diverso rispetto a quello impostato a partire dagli anni ’90, focalizzato sul dispiego agile di piccoli battaglioni per missioni specifiche, come accaduto nei Balcani o in Afghanistan.

Un passo ulteriore è stato fatto al vertice della Nato di Vilnius nel luglio scorso, quando gli alleati hanno concordato nuovi piani di difesa regionale e la creazione della cosiddetta Forza di reazione alleata, un contingente multinazionale in grado di rispondere rapidamente alle minacce.

Il segretario della Nato Jens Stoltenberg 
Foto | EPA/TIM IRELAND – Newsby.it

Esercitazioni navali nel mar Baltico

Intanto il 9 settembre scorso sono iniziate nel mar Baltico le esercitazioni navaliNorthern Coast 2023”, con l’obiettivo di testare le capacità di difesa del fianco settentrionale della Nato. Per la prima volta viene simulata la risposta del Patto atlantico a un attacco. All’addestramento, che andrà vanti fino al 23 settembre, partecipano 14 Stati, inclusa l’Italia.

Le vittime civili della guerra in Ucraina

Intanto sul teatro di guerra di combatte sul serio. E si muore. Di oggi i dati sulle vittime del conflitto diffusi dall’Ufficio dell’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Dal 24 febbraio 2022, 9.614 civili hanno perso la vita mentre i feriti superano i 17.500. Nei primi mesi dieci giorni di settembre, l’Onu ha registrato 55 morti e 237 feriti tra i civili. Secondo l’Ohchr, le cifre reali sarebbero “considerevolmente più alte“.

Le armi con “effetti a ampio raggio” – come artiglieria, razzi e missili – sono state responsabili del 94% delle recenti vittime. Il 6% è riconducibile a mine e altri resti esplosivi.

I report pubblicati dall’Ohchr si basano sulle informazioni raccolte dalla missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina, attraverso interviste a vittime e testimoni, nonché documenti e prove disponibili.

Soldati russi morti in guerra

La Russia avrebbe perso poco meno di 270mila soldati dal giorno dell’aggressione all’Ucraina, secondo il bollettino quotidiano dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, le cui attendibilità tuttavia non può essere verificata in modo indipendente.

Putin: uccisi 71mila militari ucraini

Nella guerra di propaganda anche Mosca fornisce il proprio bollettino di morte. Sarebbero già 71.500 i soldati ucraini caduti dall’inizio di giugno, da quando Kiev ha lanciato la controffensiv, che non ha portato a “nessun risultato”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin al Forum economico dell’Estremo oriente a Vladivostok.

Il capo del Cremlino ha anche escluso un cessate il fuoco imminente. “Come possiamo fermare le ostilità se l’altra parte sta conducendo una controffensiva?”.

Missione di pace del Papa, Zuppi domani a Pechino

In un quadro simile c’è chi come Papa Francesco cerca di promuovere iniziative diplomatiche per favorire la pace. E così dopo Kiev, Mosca e Washington, domani il cardinal Matteo Maria Zuppi partirà per Pechino, nuova tappa della missione di pace promossa dal pontefice. L’auspicio è quello di spingere e tessere la difficile tela della pace”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana.

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