La California è il primo Stato a tassare la vendita di armi contro la violenza. Negli Usa la più alta diffusione al mondo

In California arriva la prima legge statale negli Stati Uniti che tassa la vendita di armi. Il provvedimento è stato firmato dal governatore democratico Gavin Newsom e prevede un balzello sulla vendita di armi e munizioni. Il provvedimento mira a portare nelle casse del Golden State circa 160 milioni di dollari, che verranno destinati, tra l’altro, al contrasto e alla prevenzione della violenza da armi da fuoco nelle scuole.

La tassa, pari all’11%, verrà applicata a partire dal luglio del 2024 sul fatturato di produttori e commercianti al dettaglio derivante dalla vendita di armi e munizioni. Aggiungerà un ulteriore carico fiscale all’attuale tassazione federale che oscilla tra il 10% e 11%.

Una stretta contro la diffusione delle armi

La legge è stata promulgata solo quattro giorni dopo che un giudice federale ha revocato il divieto introdotto della California sulle armi automatiche, perché anticostituzionale. Una sentenza contro la quale l’amministrazione a guida democratica ha già annunciato di voler ricorrere in appello.

Mentre dei giudici radicali continuano a stralciare i nostri tentativi di tenere al sicuro le persone, la California continuerà a lottare, perché le leggi sulla sicurezza delle armi funzionano”, ha detto il governatore.

Newsom ha sottolineato come nello Stato, dove esistono le leggi più severe del Paese in materia, le morti per armi da fuoco siano il 40% in meno rispetto alla media nazionale.

Il governatore ha ricordato inoltre che la firma arriva “sulla scia di sparatorie di massa registrate in tutto il Paese che nelle sole 72 ore hanno fatto almeno 104 morti”.

La tassa fa parte di un pacchetto di provvedimenti più ampio sulla sicurezza delle armi approvato martedì scorso dall’amministrazione. Oltreché sul fronte fiscale, il provvedimento fra le altre cose interviene sulle licenze per il porto d’armi, che passa da 18 a 21 anni, introduce un bando sul consumo di alcol per chi porta un’arma e vieta di trasportare armi nei pressi di scuole, aeroporti e latri luoghi sensibili.

La Rifle & Pistol Association della California, organizzazione che difende il diritto ad armarsi nello Stato, intanto è già sul piede di guerra e ha annunciato sui social di aver presentato una “causa preventiva” contro il provvedimento.

Un commesso in un negozio di armi negli Stati Uniti
Foto | EPA/JUSTIN LANE – Newsby.it

Armi vendute al supermercato

La politica di controllo delle armi della California si inserisce in un contesto di forte resistenza al cambiamento a livello federale. Il diritto dei cittadini americani a possedere armi da fuoco è sancito dal secondo emendamento della Costituzione e la questione da sempre polarizza il Paese.

Uno delle critiche mosse da chi condanna la diffusione capillare delle armi negli Stati Uniti riguarda le maglie larghe della legge in fatto di possesso e vendita di armi.

Per l’acquisto di un’arma in tutti gli Stati è sufficiente essere maggiorenni e sottoporsi a un controllo preventivo, il “background check”. Si tratta di un questionario su stato di salute, uso di farmaci e precedenti penali che viene trasmesso all’Fbi per un controllo incrociato. Secondo le stime, in media solo l’1% delle domande viene respinto.

Le armi vengono vendute in migliaia di negozi, nei supermercati e nelle fiere, dove in alcuni Stati è consentita la vendita tra privati di armi di seconda mano. E in questo caso non è prevista alcun controllo peventivo. Si tratta in sostanza di una scappatoia per eludere i controlli. È il cosiddetto “gunshow loophole”, che non a caso l’amministrazione Biden ha annunciato, appena lo scorso mese, di voler eliminare.

Ad aggravare la situazione un fiorente mercato clandestino che permette di aggirare le norme. Come ha dimostrato una recente inchiesta del Wall Street Journal, procurarsi un’arma è molto semplice grazie a una piazza parallela e virtuale che si è sviluppata sui social media, da Facebook Marketplace a Instagram.

Il possesso di armi negli Stati Uniti

Per entrare in possesso di un’arma nella maggior parte degli Stati è necessaria un’autorizzazione rilasciata al termine di un corso di addestramento sulla sicurezza delle armi da fuoco. Costa poche decine di dollari e può essere completato in un solo giorno.

Più armi al mondo: 120 pistole ogni 100 abitanti

Gli Stati Uniti sono il Paese con la più alta diffusione di armi al mondo. Secondo il Small Arms Survey, nel 2018 ne circolavano oltre 390 milioni su una popolazione di 330 milioni di abitanti. Il rapporto è di 120 armi ogni 100 abitanti. Nel 2011 era 88 a 100. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, il 42% degli americani vive in una famiglia che possiede almeno un’arma.

Intanto il numero delle sparatorie di massa registrate dall’inizio dell’anno, secondo i dati raccolti dal Gun Violence Archive, ha raggiunto quota 520, mentre non si fermano le violenze e gli omicidi della polizia contro i cittadini afroamericani.

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