Gaza, colpito il grattacielo che ospita Ap e Al Jazeera

Dopo un breve preavviso, l’aviazione israeliana ha colpito il grattacielo di al-Hala, nel pieno centro di Gaza. Nei piani alti del palazzo ci sono le sedi di alcune agenzie internazionali di informazione, come Al Jazeer e Associated Press. A seguito dell’attacco Ezzedin al-Qassam, portavoce delle brigate, ala militare di Hamas, ha preannunciato: “La nostra reazione scuoterà Israele. Ora state a guardare”.

 

Resta alta la tensione a Gaza, dove nella notte sono proseguiti gli attacchi aerei e il lancio di razzi. Almeno 10 persone, tra cui 2 donne e 8 bambini, tutti membri della stessa famiglia, hanno perso la vita in seguito a un raid israeliano nel campo profughi di Al-Shati. Secondo quanto riportato dall’agenzia Maan, durante l’attacco sarebbe stata colpita una casa di tre piani. Il numero delle persone uccise dai raid israeliani è così salito a 126, tra cui 31 bambini e 20 donne. Questo dato, riferito dalle autorità sanitarie della Striscia di Gaza, è stato reso noto dal quotidiano Haaretz. Durante l’ultimo attacco, inoltre, 950 persone sono rimaste ferite. Oltre ai raid israeliani, anche i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza sono andati avanti. Le sirene ani-missili hanno suonato a Be’er Shava, nel sud di Israele.

Colpiti vari obiettivi militari a Gaza

L’esercito israeliano ha reso noto che i suoi caccia hanno colpito vari obiettivi nel centro di Gaza. Tra questi ci sono un “ufficio operativo” di Hamas e alcuni “siti di lancio sotterranei”. Questi raid hanno seguito quelli della notte del 14 aprile, che hanno avuto come principale bersaglio la rete di tunnel costruiti da Hamas nella Striscia di Gaza dal 2014 in poi. Anche in Cisgiordania ci sono stati vari scontri con l’esercito israeliano. Secondo fonti di Ramallah, i morti in incidenti avvenuti in varie località sono almeno dieci.

Le proteste contro Israele

Si sono verificate, inoltre, alcune proteste contro le azioni dell’esercito israeliano. Una ha coinvolto dei dimostranti libanesi, che si sono accalcati alla frontiera di Israele: dopo aver superato il confine sono stati costretti a fare dietrofront dai colpi di avvertimento sparati dai carri armati. Anche in Giordania una folla di manifestanti si è radunata al confine con i Territori per manifestare solidarietà con i “fratelli palestinesi”, al grido “Con lo spirito e il sangue, ti riscatteremo, o Aqsa”, in riferimento alla Moschea sulla Spianata a Gerusalemme.

Netanyahu: “Hamas la pagherà cara”

Avevo detto che avremmo colpito Hamas e gli altri gruppi terroristici in modo significativo ed è quello che stiamo facendo”, ha ricordato Benjamin Netanyahu, il primo ministro di Israele. “Ma non è ancora finita. I leader di Hamas pensano di poter scappare dalla nostra presa, eppure non è così. Li raggiungeremo ovunque. Ci hanno attaccato nella nostra festa, hanno colpito la nostra capitale, hanno lanciato missili sulle nostre città e continueranno a pagare per questo”, ha aggiunto.

Abu Mazen ha chiesto l’intervento degli Stati Uniti

Dal canto suo, Abu Mazen, il presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ha chiesto all’amministrazione di Joe Biden di intervenire “immediatamente e rapidamente per fermare l’aggressione israeliana prima che le cose vadano fuori controllo”. Il rais ritiene “il governo israeliano pienamente responsabile di questa pericolosa escalation, di questa tensione e del sangue versato dal popolo palestinese”. La presidenza ha poi denunciato “le uccisioni brutali e programmate delle forze di occupazione israeliane contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme”.

Il presidente francese Macron ha ribadito in un colloquio con Netanyahu il suo “irriducibile attaccamento alla sicurezza di Israele e il suo diritto a difendersi“. Ed ha espresso “preoccupazione per le popolazioni civili a Gaza“.

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