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MONDO

Finlandia nella Nato? | Ecco perché la Russia adesso ha paura

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si è ritorta contro Vladimir Putin su diversi fronti. Ma una delle conseguenze più disastrose per il Cremlino è la prospettiva sempre più probabile che la Finlandia aderisca alla Nato. Un’evenienza che non si era mai realmente avvicinata a una sua reale concretizzazione prima delle ultime settimane, ma che ora appare vicina come non lo era mai stato.

La nazione nordica ha annunciato il suo concreto interesse per l’adesione alla Nato già questa settimana, dopo che la sua Commissione per gli Affari esteri ha redatto una risposta al rapporto sulla sicurezza del Governo, che include la possibilità di entrare nell’alleanza. A quel punto, il Parlamento ha tenuto un dibattito straordinario sull’opportunità di approvare le raccomandazioni del rapporto in questione. A quel punto è giunto il sì, tanto da parte della Finlandia quanto da quello della Nato (di cui il Paese scandinavo soddisfa la maggior parte dei parametri. Ma perché questo rappresenta una pessima notizia per la Russia? I motivi sono molteplici.

Finlandia-Nato: perché non è mai successo, perché ora può mettere in crisi la Russia

Partiamo da un presupposto non di poco conto. Russia e Finlandia condividono un lunghissimo confine, che si estende per 1.340 km. Per dare un metro di paragone, 1.344 sono curiosamente i km che separano Trieste da Reggio Calabria. In data 28 marzo è stato sospeso uno storico collegamento ferroviario tra San Pietroburgo e Helsinki, ma a tutt’oggi il confine resta attraversabile tramite autobus e anche auto private. Cosa che, fatalmente, puntano a fare tanti cittadini contrari alla guerra messa in atto da Vladimir Putin. Che da un lato ha già tagliato le forniture elettriche al Paese vicino, dall’altro ha garantito di non voler alimentare ulteriori tensioni.

Foto | Pixabay | InstagramFOTOGRAFIN

Ne consegue che l’eventuale ingresso della Finlandia nella Nato ridisegnerebbe la mappa della sicurezza europea in un modo che prima era inconcepibile, e potrebbe avere enormi conseguenze per la Russia. Le evoluzioni geopolitiche di questi mesi hanno però accelerato il desiderio dei locali cittadini di procedere in tal senso, dato che attualmente il 60% di loro sposa l’adesione. Negli anni scorso tale cifra mai aveva superato il 30%. In più questa novità porterebbe i confini russi con Paesi parte dell’alleanza atlantica a circa 2.550 km dagli attuali 1.215. Una sciagura per Putin, dato che ognuno di loro sarebbe sia nella forma che nella sostanza un alleato degli Usa.

Una situazione che non si era mai verificata nella storia. E secondo analisti ma anche politici locali la ragione di ciò è meramente pragmatica. “In un mondo ideale, vogliamo cooperare con la Russia. Non possiamo evitare che sia un nostro vicino dal punto di vista geografico. Ma la storia ci insegna anche che, realisticamente, la più grande minaccia alla nostra sicurezza nazionale sono proprio loro“, ha dichiarato alla ‘CNN’ Alexander Stubb, che della Finlandia è stato Primo ministro tra il 2014 e il 2015. “Il nostro concetto di sicurezza nazionale si è sempre mosso seguendo due direzioni. La prima poggia su geografia e storia, la seconda su idealismo e realismo. Ora Mosca sembra in grado di creare sul nostro territorio un caos mai visto prima, perciò entrare nella Nato diventa l’opzione più pragmatica che possiamo prendere in considerazione“, ha aggiunto.

Foto | Pixabay | geralt

Per la Nato, però, accogliere la Finlandia presenterebbe un altro enorme vantaggio. Stiamo infatti parlando di un Paese già ufficiosamente allineato con l’Occidente da generazioni. Non molto popolato per ragioni geografiche e climatiche, in realtà rappresenta una seria potenza militare che per decenni ha utilizzato attrezzature acquistate dagli Stati Uniti. Compatibili, dunque, con una potenziale cooperazione con gli alleati atlantici in occasione di eventuali missioni. Il tutto mantenendo sempre il lunghissimo confine territoriale con la Russia di cui abbiamo precedentemente parlato.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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