Emergency, da venticinque anni a fianco dei più deboli: i progetti

La morte del fondatore Gino Strada ha scosso il mondo dell’associazionismo, della cooperazione internazionale e non solo. Emergency è nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.

Emergency è intervenuta in 19 Paesi, costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, ambulatori e poliambulatori, ambulatori mobili, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico. Questi i principali progetti, nel mondo e in Italia, dal 1994 a oggi.

La storia e i progetti nel mondo

Emergency si sempre impegnata per la difesa dei valori della pace e per il rispetto dei diritti umani. E, infatti, proprio nei principali teatri di guerra i medici di Emergency non hanno fatto mancare la loro presenza, fin dalla guerra nei Balcani. Nel Medio Oriente i medici sono intervenuti in Afghanistan, in Iraq, in Palestina e, più recentemente, in Yemen.

Durante lo tsunami del 2004 i medici di Emergency arrivarono anche in Sri Lanka per rifornire di medicinali e di assistenza. Sempre nel Sudest asiatico, sono intervenuti anche in Cambogia e in Nepal.

Ma è soprattutto in Africa che si sono concentrati i progetti della Ong. In Algeria, in Angola, in Eritrea (durante il conflitto con l’etiopia), durante la guerra civile in Libia, nella Repubblica Centrafricana. Il primo progetto in assoluto fu nel 1994 in Ruanda. Infine, in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola e in Sudan, sempre durante una guerra civile.

Emergency durante il Covid-19

Tra le attività in Italia, sono state soprattutto di formazione, prevenzione e igiene. Emergency nel 2016 ha partecipato alle missioni di salvataggio nel Mediterraneo per fornire assistenza immediata ai migranti.

Durante il Covid-19, che ha colpito l’Italia come prima nazione al di fuori della Cina, Emergency si è impegnata con vari progetti. In particolare ha gestito alcuni stand dell’ospedale realizzato dagli Alpini durante la prima ondata a Bergamo. Nel corso della seconda ondata, fu lo stesso fondatore Gino Strada a recarsi in Calabria per curare la realizzazione di ospedali da campo in una Regione dove mancavano terapie intensive e medici per curare i malati Covid.

Con il progetto “Nessuno Escluso”, sono stati consegnati pacchi alimentari e beni di prima necessità alle persone in difficoltà e sono stati aiutati e curati i più deboli: dai migranti irregolari ai senzatetto.

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