“Covid punizione di Dio per i gay”: positivo ora il patriarca Filaret

Il patriarca ortodosso Filaret è risultato positivo al Covid dopo alcuni controlli. Mychajlo Antonovyc Denysenko (questo il suo nome completo) aveva accusato tempo fa gli omosessuali di essere responsabili della pandemia di Coronavirus. A confermare la notizia del contagio, apparsa su alcuni media, è stata in una nota diffusa online, la chiesa di Filaret. Quest’ultima ha spiegato che il religioso, che ha novantuno anni, è attualmente ricoverato in condizioni stabili. “Vi informiamo che sua Santità il patriarca Filaret di Kiev è risultato positivo al test per il Covid-19”, si legge nella nota, in cui appunto si spiega che “il patriarca è ora ricoverato e le sue condizioni di salute sono giudicate soddisfacenti”. Inoltre vengono invitati “i fedeli a pregare per la sua ripresa”.

A marzo il patriarca disse: “Coronavirus punizione di Dio per i matrimoni omosessuali”

Il patriarca Filaret, affetto da Covid, è nato il 23 gennaio 1929. È stato il terzo e ultimo primate della Chiesa ortodossa ucraina di Kiev. Dall’ottobre del 1995 al dicembre 2018, quando tale Chiesa è confluita nella Chiesa ortodossa dell’Ucraina. Lo scorso marzo suscitò scalpore quando, intervistato da una televisione ucraina, il patriarca ortodosso ora ricoverato a causa del Coronavirus disse che il Covid fosse “una punizione di Dio per i matrimoni tra persone dello stesso sesso, una punizione “per i peccati degli uomini”. Dichiarazioni che suscitarono polemiche e anche la reazione in quella occasione della portavoce di Amnesty International Ucraina: “Tali dichiarazioni sono molto dannose perché potrebbero portare a un aumento degli attacchi, dell’aggressione, della discriminazione e dell’accettazione della violenza”, aveva replicato Maria Guryeva.

C’è da dire comunque che il patriarca novantunenne non è stato l’unico religioso ad accusare le persone omosessuali di avere “responsabilità” della pandemia. Nei mesi scorsi anche il pastore americano Rick Wiles e il rabbino israeliano Mei Mazuz hanno utilizzato l’emergenza sanitaria mondiale per condannare gli omosessuali e imputare loro la responsabilità della diffusione del virus.

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