Coronavirus, positiva anche la fidanzata di Donald Trump Jr

La fidanzata di Donald Trump Jr, Kimberly Guilfoyle, è risultata positiva al Coronavirus. Lo ha reso noto il capo dello staff del comitato da lei guidato, Sergio Gor, secondo cui “dopo essere risultata positiva, Kimberly è stata immediatamente messa in isolamento per limitare qualsiasi contatto”. La donna, impegnata nella raccolta fondi per la campagna del presidente, “sta bene e sarà risottoposta a tampone per assicurare che la diagnosi sia corretta, dal momento che è asintomatica, ma in via precauzionale cancellerà tutti i prossimi impegni”. Gor ha aggiunto che Donald Trump jr “è risultato negativo al Coronavirus, ma anche lui si è messo in isolamento e ha cancellato tutti gli eventi pubblici”. Guilfoyle è risultata positiva al Coronavirus in Sud Dakota, prima della partecipazione all’evento con il suocero sotto il Monte Rushmore in occasione delle celebrazioni del 4 luglio. Una fonte vicina alla campagna ha precisato che la donna non era con il presidente Trump, con cui non ha avuto contatti di recente, l’ultimo risalente al 20 giugno scorso, in occasione del comizio a Tulsa, in Oklahoma.

In Usa toccato un nuovo record di Coronavirus

Tutto questo mentre l’epidemia da Coronavirus in Usa continua a macinare record: 57.683 casi in 24 ore è infatti l’ultimo picco di casi giornaliero è il settimo in 9 giorni e ha superato il primato mondiale finora detenuto dal Brasile (54.771 il 19 giugno) e il numero giornaliero mai raggiunto da qualsiasi Paese europeo al picco del contagio. La situazione continua a peggiorare nella maggioranza degli Stati americani con nuovi focolai nel sud e nell’ovest e gli ospedali che cominciano a essere sopraffatti dal numero di pazienti. In Florida ci sono stati nelle ultime 24 ore quasi 10 mila contagi, in Texas oltre 7.500; quest’ultimo, insieme ad Arizona e California, conta per quasi la metà del totale dei nuovi casi. Mississippi, Tennessee, Texas, Nevada e Arizona hanno registrato record di ricoveri in ospedale. Un quadro “allarmante”, ha sottolineato Anthony Fauci, il virologo alla guida del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, avvertendo che si rischia di finire in “grave difficoltà”.

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