Clima, catastrofi naturali: aumenta sempre più il costo dei danni. Lo studio

Le dieci catasfrofi naturali più gravi del 2021 hanno provocato danni per 150 miliardi di euro. È questa la cifra emersa da uno studio commissionato da Christian Aid, realtà del terzo settore attiva in Regno Unito e Repubblica d’Irlanda.

L’indagine, che arriva tra l’altro a poche ore dalla notizia di una serie di inondazioni in Brasile che ha provocato oltre 35mila sfollati, aveva l’obiettivo di capire quanto gli eventi nefasti riconducibili al cambiamento climatico possano essere pesanti non solo dal punto di vista dei danni a persone o cose. Ma anche sotto l’aspetto pecuniario.

Clima, nel 2021 danni economici sempre più pesanti

I dieci disastri naturali analizzati nell’ambito dello studio hanno provocato la morte di almeno 1.075 persone e causato oltre un milione e 300mila sfollati. Non è la prima volta che Christian Aid commissiona uno studio del genere, che riguarda i costi dei danni provocati da inondazioni, incendi o uragani secondo le stime dei gruppi assicurativi. Nel 2020, il costo dei dieci peggiori eventi legati al cambiamento del clima era costato in totale 130 miliardi di euro. 20 in meno rispetto a quest’anno.

Il disastro peggiore dal punto di vista economici è stato l’uragano Ida, che ha colpito la parte orientale degli Stati Uniti, causando danni per 57 miliardi di euro. Ida, dopo aver devastato parte della Louisiana a fine agosto, aveva anche colpito New York City e l’area circostante, con piogge e inondazioni.

Seguono, nella triste classifica, le inondazioni in Germania e Belgio. La stima dei danni è pari a 38 miliardi di euro. Le tempeste invernali in Texas hanno poi causato, oltre al danneggiamento diffuso della rete elettrica del Lone Star State, anche 20 miliardi di euro di danni complessivi. Quasi 16, invece, i miliardi di euro per recuperare la situazione nella provincia di Henan, in Cina, dopo le inondazioni del mese di luglio.

Gli altri disastri riportati da Christian Aid riguardano le recenti inondazioni in Canada e una gelata primaverile inattesa in Francia, che ha provocato ingenti danni ai produttori di vino. Oltre a un ciclone che ha messo in ginocchio India e Bangladesh a maggio.

Difficile il calcolo dei danni nei Paesi più poveri

Il report specifica, in ogni caso, che i danni economici non sono da paragonare ai danni provocati alle persone. Per questo motivo la “graduatoria” mostra disastri avvenuti in Paesi ricchi o in via di sviluppo, dove le infrastrutture sono migliori. Ma anche più costose da recuperare o sostituire. Molto più difficile fare una stima dei danni per eventi del genere in Paesi poveri: un esempio riguarda il Sud Sudan, dove recenti inondazioni hanno colpito, tra morti, feriti e sfollati, circa 800mila persone.

“Alcuni degli eventi più devastanti del 2021 legati al clima hanno colpito proprio le nazioni più povere – spiegano i referenti di Christian Aid nel report -. E queste sono quelle che non hanno responsabilità, o ne hanno poca, in ambito di cambiamento climatico“.

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