Cina, proseguono le proteste contro la politica “zero Covid”

In Cina continuano a infuriare le proteste contro la politica “zero Covid”, voluta dal governo per contenere più possibile i contagi causati dal virus Sars-CoV-2. Le prolungate restrizioni, ritenute eccessive e ingiustificate da buona parte della cittadinanza, hanno portato a delle rivolte in buona parte del Paese, che rappresentano il più grande atto di ribellione da quando il presidente Xi Jinping è salito al potere nel 2012. Nella notte compresa tra martedì 29 e mercoledì 30 novembre, a Guangzhou (conosciuta in occidente come Canton), nel Sud della Cina, ci sono dati dei duri scontri tra i manifestanti e la polizia antisommossa in tenuta ignifuga bianca. Guangzhou è in lockdown dalla fine di ottobre 2022 e due settimane fa erano già scoppiate delle proteste simili a quella della scorsa notte.

Cos’è successo a Guangzhou?

In uno dei video pubblicati su Twitter si possono vedere le forze dell’ordine avanzare oltre i resti di alcune barriere che erano state erette per garantire il rispetto del lockdown, il tutto mentre oggetti di ogni tipo volano nella loro direzione. In un secondo momento, la polizia ha portato via file di persone ammanettate. In un altro filmato si vede una tanica di gas lacrimogeno cadere nel bel mezzo di una piccola folla, costringendo le persone a correre lontano per non inalare i fumi prodotti. Dai video, girati tutti nel distretto Haizhu di Guangzhou, risulta difficile ricostruire con precisione la sequenza degli eventi. Anche la data e l’ora in cui sono stati girati i filmati risultano difficili da determinare.

Le proteste in Cina

La protesta di Guangzhou rappresenta solo l’ultima di una lunga serie. Lo scorso weekend, per esempio, ci sono stati dei disordini simili a Shangai, Pechino e in altre città della Cina. Dalle stime dell’organizzazione China Dissent Monitor, gestita dalla Freedom House finanziata dal governo degli Stati Uniti, emerge che da sabato 26 novembre a lunedì 28 si sarebbero svolte in tutta la Cina almeno 27 manifestazioni. Per il think tank australiano Aspi, invece, le proteste sarebbero state ben 43, svolte il 22 città.

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