Caso Trump-Daniels, rinviata la decisione sull’incriminazione

Secondo Nbc News, nota rete televisiva americana, la decisione se incriminare, o meno, Donald Trump per il pagamento in nero – con fondi elettorali – nei confronti della pornostar Stormy Daniels nel 2016, è rinviata alla prossima settimana. L’emittente ha citato tre fondi a conoscenza della situazione. Il gran giurì che deve esprimersi sul caso, a seguito della riunione avvenuta lunedì 27 marzo, si sarebbe dovuto riunire mercoledì 29 e giovedì 30 marzo. Tuttavia, citano le fonti, con la sessione di mercoledì saltata, e con una sola seduta rimasta, la decisione dovrebbe essere rinviata. 

Donald Trump
Donald Trump | Foto Unsplash

Trump sulla graticola

A decidere delle sorti di Donald Trump è il gran giurì di Manhattan, ovvero una giuria composta da 23 giudici popolari estratti a sorte. L’ex presidente degli Stati Uniti è accusato di aver pagato Stephanie Clifford, meglio conosciuta con il nome d’arte Stormy Daniels, 130mila dollari in cambio del suo silenzio. Clifford, infatti, aveva minacciato di rilevare di aver fatto sesso con Trump nel 2006, a un mese dalle elezioni presidenziali del 2016. L’episodio a cui farebbe riferimento la donna, sarebbe avvenuto in un resort in Nevada, che al tempo ospitava un torneo di golf per vip. Trump avrebbe pagato la donna per evitare che quest’ultima rivelasse la notizia: secondo l’accusa, a darle i soldi sarebbe stato Michael Cohen, avvocato e tuttofare di Trump. L’ex presidente, tuttavia, ha sempre respinto questa versione dei fatti.

Lo stesso Trump ha ribadito, in un’intervista a Fox News, che non ha “mai avuto una relazione con lei. Non ho mai avuto una storia. È tutto inventato”. Il pagamento a Clifford, infatti, non sarebbe stato fatto con i soldi della campagna elettorale. Con questo, Trump ha accusato Alvin Bragg, il procuratore distrettuale di Manhattan, di voler “interferire nelle elezioni“.

Joe Biden
Joe Biden | Foto di pubblico dominio

Nel frattempo in America

Nel frattempo, negli Stati Uniti, sta facendo molto discutere quanto successo a Nashville, alla Covenant School. Definita come una vera e propria strage, lunedì 27 marzo Audrey Elizabeth Hale, di 28 anni, ha aperto il fuoco all’interno della struttura uccidendo sei persone, tra cui tre bambini. La 28enne, che avrebbe pianificato e studiato l’assalto in ogni singolo dettaglio, era un’ex alunna della scuola, laureata e grafica di professione. La giovane era in possesso di alcune armi, due fucili d’assalto e una pistola, acquistate legalmente. Tuttavia, nel conflitto a fuoco con la polizia, la killer è rimasta uccisa. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito “ripugnante” quanto accaduto. La violenza è “una lacerazione dell’anima della nostra nazione“, ha dichiarato.

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