Afghanistan, un profugo racconta la tragedia: “Non ho più un Paese”

[scJWP IdVideo=”ijqXNXYv-Waf8YzTy”]

“Penso di non avere più un Paese, hanno distrutto tutto. Non c’è più il sistema, non c’è la polizia o la forza armata; non c’è niente. Hanno rubato tutto e distrutto tutto. Siamo tornati indietro di cento anni. Basta, non ce la facciamo più. L’America poteva fare qualcosa, ma purtroppo non l’ha fatto”. Così un profugo dall’Afghanistan e accolto nel centro Fenoglio della Croce Rossa di Settimo Torinese, in Piemonte.

Il profugo dell’Afghanistan: “Vivere sotto la bandiera dei talebani sarebbe stato impossibile”

“In Afghanistan ero un giudice e lo sono stato per circa sei anni; poi è successo tutto questo caos. Devo ringraziare specialmente lo Stato Italiano e gli amici italiani che mi hanno aiutato a venire qui. I talebani sono un gruppo fondamentalista non islamico ma analfabeta: non sanno niente, queste persone sono peggio degli animali. Vivere sotto la loro bandiera sarebbe stato impossibile. Io ho la laurea in giurisprudenza, ho studiato in Italia, ho fatto il militare: non ce la facevo più. Sono riuscito a far uscire tutta la mia famiglia dal Paese, ma ancora non sono in una zona tranquilla, purtroppo non sono riuscito a portarli in Italia. Nel futuro pensiamo a cosa possiamo fare”. Aggiunge il profugo dall’Afghanistan e accolto nel centro Fenoglio della Croce Rossa vicino a Torino.

Impostazioni privacy