Aborto, la Corte suprema Usa pronta ad abolirne il diritto

Dopo i passi in avanti di Spagna, Messico e San Marino, gli Stati Uniti sembrano pronti a un salto nel passato sull’aborto. Secondo alcune rivelazioni, infatti, la Corte suprema Usa sarebbe pronta ad annullare la legge del 1973 che ne garantisce il diritto.

Nella serata di ieri, lunedì 3 maggio, il sito Politico ha pubblicato in esclusiva la bozza di ‘Parere della Corte’ firmata dal giudice Samuel Alito e redatta a febbraio. Il documento sintetizza il pensiero della maggioranza dei saggi, ma non è definitivo. Il testo potrebbe infatti cambiare nel corso delle prossime settimane, quando cioè è attesa la sentenza della Corte suprema che da mesi è impegnata nell’analisi della legge approvata nel 2018 in Mississippi. Ma qual è il contenuto di questa bozza? Vediamolo nel dettaglio.

Aborto, i conservatori della Corte suprema contro la sentenza ‘Roe v. Wade’ del ’73

Partiamo da una premessa. Samuel Alito è un giudice conservatore nominato nel 2005 da un presidente repubblicano, George W. Bush. Del collegio fanno parte altri quattro giudici scelti dal Grand Old Party che hanno votato con Alito: Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett. Le nomine di queste ultime tre toghe sono state firmate da Donald J. Trump.

Aborto Corte suprema Usa
Foto Unsplash | Ian Hutchinson

 

Secondo quanto riferisce Politico, i tre giudici democratici – Stephen Breyer, Sonia Sotomayor ed Elena Kagan – starebbero invece lavorando a una contro-bozza a favore del diritto all’aborto. Al momento, però, non è chiaro da che parte si schiererà il presidente della Corte, John Roberts, ritenuto un moderato e nominato anche lui da Bush Jr. nel 2006.

Ma cosa prevede il documento di Alito? Si tratta di un ripudio “totale e fermo” della storica sentenza ‘Roe v. Wade’ del 22 gennaio 1973, uno dei precedenti più importanti in materia di legislazione sull’interruzione di gravidanza. Una sentenza “nata sbagliata” secondo Alito e pertanto la maggioranza dei saggi ritiene che “debba essere annullata”.

Nello specifico, il togato conservatore contesta il radicamento giuridico del diritto di scelta nel 14esimo emendamento della Costituzione americana. “Ma il 14esimo emendamento è stato introdotto in un’epoca (nel 1868, ndr) in cui neanche si discuteva di aborto”, argomenta Alito. Dunque, secondo il giudice non ci sarebbe alcuna ragione per garantire tale diritto su tutto il territorio federale e la materia “dovrà tornare ai singoli Stati”.

Aborto Corte suprema Usa
Foto Unsplash | Gayatri Malhotra

Attualmente, sono 22 gli Stati americani che hanno adottato legislazioni molto restrittive sull’aborto. Ne sono un esempio le norme approvate recentemente dai parlamenti di Texas e Oklahoma. E prima ancora in Mississippi, dove nel 2018 la maggioranza repubblicana ha approvato una legge che vieta il ricorso all’aborto dopo la 15esima settimana di gravidanza.

Norma contestata dalla Jackson Women’s Health Organization, che ha intentato una causa costituzionale contro l’atto legislativo. Il quale è ora al vaglio della Suprema corte, il cui parere – anticipato dallo scoop di Politico – potrebbe rappresentare una svolta epocale. Ma anche un nuovo, ulteriore, argomento di dibattito per l’opinione pubblica di un Paese ormai sempre più diviso.

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