I prezzi degli alimenti toccano il record più alto degli ultimi 10 anni

I prezzi degli alimenti globali hanno registrato un incremento per il terzo mese consecutivo raggiungendo il record massimo degli ultimi 10 anni. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

L’Indice FAO dei prezzi alimentari ad ottobre  ha fatto un balzo del 3% rispetto al mese precedente per raggiungere il livello più alto da luglio 2011. I prezzi più alti del cibo sono avvertiti da tutti a livello globale. Tuttavia sono particolarmente duri per le famiglie più povere che hanno bisogno di sborsare una quota maggiore del loro reddito per mantenere se stesse e le loro famiglie.

Prezzi record per cerali, latte e oli vegetali

I prezzi globali di cibo, energia e altre materie prime sono aumentati quest’anno mentre i Paesi riducono le restrizioni COVID-19, innescando carenze di approvvigionamento.

I cambiamenti climatici, i raccolti ridotti e un recente aumento dei prezzi dell’energia hanno generato un’allarmante inflazione dei prezzi alimentari.

I record di rialzi di ottobre nell’indice dei prezzi alimentari della FAO sono stati guidati dagli oli vegetali, con i prezzi in aumento del 9,6% a ottobre rispetto al mese precedente, un nuovo massimo storico. La FAO ha affermato che il suo indice dei prezzi dell’olio vegetale è stato spinto verso l’alto dall’aumento del costo degli oli di palma, soia, girasole e colza.
Nel caso dell’olio di palma, l’aumento dei prezzi è dovuto alla scarsa produzione della Malesia a causa della continua carenza di lavoratori migranti, ha affermato la FAO.

Anche i prezzi dei cereali sono aumentati bruscamente, guadagnando il 3,2 percento rispetto al mese precedente e un enorme 22,4% rispetto a un anno fa.
All’interno della categoria dei cereali, i prezzi del grano sono aumentati per il quarto mese consecutivo, raggiungendo il livello più alto da novembre 2012. Anche i prezzi del mais e del riso sono aumentati a ottobre.

La crisi dell’offerta globale ha contribuito a far salire i prezzi dei prodotti lattiero-caseari per il secondo mese consecutivo, con un aumento del 16% dall’inizio dell’anno.

Quali alimenti sono scesi di prezzo

In controtendenza al rialzo sono stati i prezzi della carne, che sono diminuiti per il terzo mese consecutivo.  Guidati dal calo dei prezzi della carne suina, grazie alla riduzione degli acquisti dalla Cina, e dal calo dei prezzi delle carni bovine innescato dalle preoccupazioni per la malattia della mucca pazza che circondano le forniture brasiliane.

Anche i prezzi dello zucchero sono diminuiti dell’1,8% in ottobre rispetto al mese precedente. Segnando il primo calo dopo sei mesi consecutivi di aumento dei prezzi.

Inflazione: è allarme anche in Italia

Anche in Italia l’inflazione si fa sentire. A causa della profonda siccità che ha colpito il Canada questa estate, i pastifici avevano già lanciato l’allerta sul rincaro dei prezzi di alimenti base quali la pasta.

Secondo le ultime stime il tasso di inflazione annuale in Italia è aumentato al 2,9%nell’ottobre del 2021 dal 2,5% del mese precedente. Ben al di sopra delle previsioni di mercato del 2,6%. È stata la lettura più alta da settembre del 2012, poiché i prezzi dei prodotti energetici sono aumentati vertiginosamente (22,9% contro il 20,2% di settembre). Un’ulteriore pressione al rialzo dovrebbe provenire dai prezzi degli alimenti trasformati (1,4% contro l’1%) e dei servizi legati ai trasporti (2,4% contro il 2%).
Il tasso di inflazione di base annuale, che esclude l’energia e gli alimenti non trasformati, è salito all’1,2% dall’1% di settembre.
Su base mensile, i prezzi al consumo dovrebbero aumentare dello 0,6 percento in ottobre, rispetto al calo dello 0,2% del mese precedente e superiore alle aspettative del mercato dello 0,4%.

 

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