Venerdì 26 maggio, scioperi in tutta Italia: i settori interessati

Per la giornata di venerdì 26 maggio, il sindacato Usb ha indetto uno sciopero che riguarda sia i settori pubblici, che quelli privati. Della durata di 24, questo interesserà scuola, ospedali, trasporti, e uffici pubblici, mentre non riguarderà l’Emilia Romagna per la situazione alluvione, nonché i Vigili del Fuoco impegnati sul campo. A Firenze è previsto anche un presidio davanti alla Ragioneria territoriale dello Stato, alle ore 10. Una manifestazione indetta per fare il punto su diverse questioni: dalla stabilizzazione dei precari, all’età pensionabile a 62 anni e 1.000 euro al mese per le pensioni minime, fino ad un aumento di 300 euro in busta paga a tutti i lavoratori, e 32 ore di lavoro a parità di salario. Diversamente, anche Trenitalia ha fatto sapere che lo sciopero non riguarderà tutto il proprio comparto: infatti, circoleranno sia le Frecce che gli Intercity. L’azienda “si impegna ad assicurare la quasi totalità dei collegamenti, con possibili leggere modifiche al programma dei treni regionali”. 

Lo sciopero, come si legge sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, interesserà il settore ferroviario, quello del trasporto pubblico locale, del settore marittimo, i taxi, il personale scolastico, e il personale di ospedali e servizi sanitari. A Roma, su asili e scuole, il sito del comune ha specificato che “si potrebbero verificare condizioni per le quali non può essere garantita la regolarità ordinaria del funzionamento dei servizi e dell’erogazione delle prestazioni”.

Sciopero
Sciopero | Foto Newsby

Emilia Romagna escusa

Data la delicata situazione in Emilia Romagna, il sindacato ha revocato parzialmente lo sciopero. Nel dettaglio, a livello nazionale, ha esonerato e revocato lo sciopero per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Nello specifico regionale, invece, lo sciopero per le aziende e gli enti pubblici e privati che garantiscono servizi pubblici essenziali è stato ritirato. Stessa cosa per le aziende e gli enti pubblici e privati delle zone di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, e le relative province – così come del circondario imolese. Tuttavia, viene confermato lo sciopero per le aziende del settore privato che non devono offrire dei servizi essenziali alla cittadinanza per le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna. 

A livello nazionale, l’Usb ha chiarito: “Lo sciopero generale rimane confermato per tutte le altre regioni italiane: le motivazioni che ci hanno portato alla proclamazione dello sciopero generale nazionale non vengono meno e si aggiungono all’urgenza di garantire tutela di salario e reddito alle popolazioni colpite e un radicale cambiamenti di rotta nella gestione del territorio e dell’ambiente”.

Scuola
Scuola | Pixabay @FeeLoona

Le dichiarazioni dell’Usb

In merito allo sciopero generale indetto dall’Unione Sindacale di Base, la stessa ha chiarito in una nota che questo “rappresenta un passaggio importante per la ripresa delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia dentro un’economia di guerra, sia quella in Ucraina sia quella scatenata dal governo Meloni contro le fasce più povere e deboli”. L’obiettivo è rimettere al centro della discussione dei diritti ritenuti fondamentali per i lavoratori: “il salario rubato da 30 anni, l’orario di lavoro estenuante, le pensioni misere e i servizi pubblici allo sfacelo“.

Per questi specifici motivi, “invece di parlare di potere e di posti da spartire”, continua la nota, “l’Usb ha scelto di praticare questo sciopero generale sui territori, dentro le piazze e nei posti di lavoro; una scelta che punta a rilanciare il conflitto sociale dal basso e in mezzo alle categorie che vivono sulla loro pelle la rabbia di avere difficoltà persino a fare la spesa. Uno sciopero in cui torna protagonista quella classe lavoratrice che porta avanti questo Paese: dai porti ai braccianti, passando per le varie anime del pubblico impiego, della categoria operaia, dei trasporti, di quei settori che forniscono sostegno e servizi ai cittadini più fragili“.

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