Vaccino, in Piemonte preadesione entro giugno per i più giovani

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Abbiamo fatto un tracciamento. Per cui chi aderisce dopo 24 ore potrà vedere tutto il proprio percorso vaccinale. Per chi ha lo SPID, poi, c’è anche la possibilità di stampare il certificato vaccinale che potrà essere esibito alle forze dell’ordine“. Così Luigi Icardi, assessore alla Sanità in Piemonte, sull’aggiornamento del piano di somministrazione del vaccino nella Regione.

Vaccino in Piemonte: i programmi verso l’estate

C’è poi un’importante novità che riguarda la campagna vaccinale in Piemonte: “Entro l’estate anche i più giovani potranno effettuare la preadesione. Poi, per la data di vaccinazione, dipende invece da quante dosi arriveranno – ha spiegato Icardi –. Siamo però fiduciosi. Il sottosegretario Costa ci ha annunciato venerdì che l’Italia riceverà 25 milioni di dosi di vaccino nel mese di giugno. Per cui, calcolando che noi siamo l’8%, oltre due milioni alla nostra Regione è una gran bella notizia“.

C’è poi il tema di AstraZeneca, il vaccino da cui l’Europa sta prendendo le distanze. “Manterremo le dosi residue, per completare il ciclo di coloro che lo hanno già iniziato, e cioè per le seconde dosi. Per il futuro, invece, pensiamo di non riceverne più. Ne otterremo invece di Johnson & Johnson, e aumenteremo i quantitativi di Pfizer e Moderna“, ha annunciato l’assessore alla Sanità del Piemonte.

Il nuovo contratto, il green pass, le cure domiciliari

Sottolineo che su Pfizer è stato modificato il contratto, con una previsione di ricevere più dosi di vaccino. Quindi, ben venga il lavoro svolto dalla gestione commissariale di Roma“, ha quindi aggiunto Icardi. Che è poi passato ad un altro argomento caldissimo, quello degli spostamenti: “Siamo in attesa della definizione del green pass europeo, che credo sarà poi la modalità per spostarsi anche negli Stati extra Ue“.

Nel giro di poche settimane dovremmo avere tutte le indicazioni per approntare i nostri sistemi informativi all’emissione di questo certificato“, ha concluso l’assessore. Che poi, risolta la questione vaccino, ha voluto parlare anche del tema delle cure domiciliari: “Nelle aree più rurali del Piemonte, per una serie di motivi, l’adesione è maggiore rispetto alle aree metropolitane. Ma avviene lo stesso anche nelle altre Regioni, come per esempio a Milano“.

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