Vaccino anti-Covid, docente di Firenze contrario: “Dati insufficienti”

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A pochi giorni dall’inizio della somministrazione delle prime dosi del vaccino anti-Covid, non si placano le polemiche circa la reale efficacia del farmaco e i possibili effetti collaterali per la salute dei soggetti vaccinati.

Sulla questione è intervenuto anche il professor Filippo Festini, docente di Scienze Infermieristiche presso l’Università di Firenze. L’esperto non ha nascosto le proprie perplessità soprattutto in relazione ai possibili effetti collaterali che potrebbero verificarsi dopo l’assunzione del vaccino in questione.

Io non sono né un No-Vax né tantomeno negazionista. Li considero tutti degli insulti alla mia professionalità, alla mia intelligenza, alla mia integrità“, sottolinea il professor Festini. “Per quanto riguarda le vaccinazioni, ho un problema personale perché ho avuto anni fa un brutto problema neurologico a seguito di una vaccinazione antinfluenzale. Nello specifico in relazione al vaccino anti-Covid, non ho nessuna preclusione. Ho dei dubbi su questo vaccino, cioè l’unico per ora in utilizzo, ovvero quello della Pfizer.

Vaccino anti-Covid, Festini: “Dubbi sul periodo di osservazione”

In particolare, il professor Festini si è soffermato sul tema del periodo di osservazione dei soggetti sottoposti al vaccino. “Quello che desta particolare perplessità è che è stato insolitamente breve – spiega il docente -. Si tratta di un periodo intorno ai 45 giorni, rispetto alla prassi è un tempo molto ridotto. Non si può affermare che questo vaccino darà una copertura di 6 mesi, almeno sulla base dei dati che abbiamo a disposizione“.

E ancora: “Non c’è stata sperimentazione sui bambini sotto i 12 anni, tra i 12 e i 16 anni non abbiamo ancora i dati conclusivi, quindi non può essere usato su questi soggetti. Mentre per la fascia di età 16-64 anni abbiamo un 95% di efficacia, per le fasce di età superiore ci sono aspetti piuttosto controversi”.

Una chiosa finale sull’ipotesi di rendere obbligatoria la somministrazione del vaccino anti-Covid. “È vero che siamo in una situazione eccezionale, ma il principio dell’obbligatorietà risente troppo dell’emotività del momento. Non tiene conto di aspetti giuridici e costituzionali. Io credo che non serva questa eccessiva pressione, non faccia bene. Ci vuole molta prudenza in queste cose, non farsi prendere dal panico“, conclude il docente.

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