Ucraina, partiti da Torino volontari di Rainbow4Africa: “Oggi è priorità”

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Sono partiti nel primo pomeriggio di venerdì con due camper i volontari di Rainbow4Africa: da Torino raggiungeranno il confine tra Ucraina e Romania per portare farmaci, anche grazie all’aiuto del Banco Farmaceutico.

Che cos’è l’associazione Rainbow4Africa

Rainbow4Africa, come si legge sul sito della ong, “è un’Associazione senza fini di lucro che opera nell’ambito dello sviluppo e della cooperazione internazionale“, e che quindi ora si sta mettendo a disposizione per l’Ucraina. “Nata a Torino nel 2007 e riconosciuta Onlus nel 2009. È costituita da medici (specialisti in varie discipline), infermieri, altre figure sanitarie, ingegneri ed esperti informatici, che mettono a disposizione la loro professionalità ed esperienza“.

Prima dell’emergenza in Ucraina, Rainbow4Africa era operativa su altri territori. “L’Associazione vuole contribuire allo sviluppo sostenibile dell’Africa intervenendo nel settore sanitario al fine di accrescerne la qualità, la specificità e l’accessibilità. Attualmente l’azione di Rainbow for Africa è concentrata in Etiopia, Burkina Faso e Senegal, paesi caratterizzati da un contesto politico e un sistema sanitario sufficientemente stabili da permettere un intervento continuativo e strutturato“, si legge sul sito ufficiale.

L’intervento in Ucraina: “Ieri vaccinare, oggi andare lì”

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Ora, però, la priorità è in Ucraina. “Nessuno di noi può salvare il mondo, ma è importante darsi da fare per il mezzo metro che ci sta intorno. L’anno scorso era dare una mano per i vaccini, oggi è partire e andare lì“. Così Stefano Novarese, volontario di Rainbow4Africa e responsabile della prima missione di sopralluogo al confine. La partenza è avvenuta oggi da Torino.

Abbiamo contatti con le autorità di Siret, al confine tra Romania e Ucraina, dove c’è stato chiesto un intervento sanitario. Abbiamo contatti con un medico ucraino in territorio ucraino. Dice che ci sono già molte persone in uscita e che la situazione sta peggiorando. Trasportiamo esclusivamente farmaci, il bene di più immediata necessità. Se vediamo la necessità di far rimpatriare persone per motivi sanitari o umanitari lo faremo. La preoccupazione c’è sempre“, aggiunge Novarese.

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